L’attaccante che in passato ha vestito le maglie dello Spezia e della Florentia Viola parla della sfida di venerdì: “Affrontare lo Spezia ora non è il massimo, non sarà facile”
L’ex attaccante della Florentia Viola Felice Evacuo, che oggi milita nel Catanzaro, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno per commentare il momento della Fiorentina in vista della gara contro lo Spezia, di cui è anche un ex: “Il mio anno a Firenze è stato importante: non abbiamo iniziato bene la stagione ma abbiamo finito alla grande. Fu un anno di rilancio per la Fiorentina dei Della Valle. Quagliarella in panchina in C2? Era un ragazzino come me, arrivavamo dalla Primavera. Abbiamo avuto in Riganò un grande maestro, da lui abbiamo imparato tante cose. Adesso sono alle battute finali della mia carriera ma mi diverto ancora“.
ITALIANO. “L’ho avuto a Trapani, fu un anno particolare perché c’era stato il passaggio di proprietà ma c’era un gruppo eccezionale. Italiano arrivava dalla D, non era un tecnico di grido ma ha dimostrato sul campo di avere la stoffa del campione: ha fatto tre promozioni di fila e le ha fatte con squadre non costruite per vincere. Con lui ci fu subito feeling e ha dimostrato di essere un fenomeno. Si merita tutto ciò che sta avendo. Lui gioca con un 4-3-3 convinto, batte sempre sullo stesso tasto: a volte vuole giocate particolari ma che alla fine danno i loro frutti. Con le squadre più deboli lui riesce a fare cose eccezionali, riesce a valorizzare sempre i giocatori che ha”.
LA VITTORIA COL MILAN. “La squadra di Italiano ha fatto una prestazione eccezionale, non è facile marcare Ibra o altri campioni. Ma la prova di sabato fa capire come Italiano sia entrato nella testa dei giocatori”.
FIORENTINA-SPEZIA. “La Fiorentina è in difficoltà ma penso che un tecnico come Prandelli riuscirà a salvare la sua squadra. Certo, affrontare lo Spezia ora non è il massimo, non sarà facile, ma non ci scordiamo che anche Prandelli è un allenatore esperto, di tutto rispetto”.
VLAHOVIC. “Se non sei un fuoriclasse che sboccia già a 20 anni, devi crescere per tappe. Dusan è un calciatore strutturato, ha gamba per attaccare la profondità e a me piace molto. Certo, deve maturare sotto l’aspetto psicologico perché penso che viva troppo per il gol. Tra tre-quattro anni penso raggiungerà la sua vera dimensione”.
Di
Redazione LaViola.it