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Editoriali

Europa, pressioni e condizione: la strada per Atene passa da Cagliari. Sarri si candida, ma…

Nico Gonzaelz e Dodo

La testa sarà (in parte) ad Atene, ma la tappa di Cagliari conta tanto, per più motivi. Firenze si divide sull’idea Sarri, ma per ora…

Geograficamente è un paradosso, ma per la Fiorentina la strada per Atene passa da Cagliari. Ora è ufficiale: si giocherà giovedì sera, la Lega Calcio è venuta incontro alle esigenze del club viola per preparare al meglio, e con più tempo, la finalissima di Conference League. Niente contemporaneità con la Lazio, nonostante i viola possano ancora arrivare matematicamente 7° in classifica. Ma poco importa (forse) a questo punto. Servono i punti necessari per blindare intanto l’8° posto, la qualificazione alla prossima Conference. Un modo per prendersi un piccolo/grande obiettivo in campionato e dare continuità anche per la prossima stagione.

PER L’EUROPA. È chiaro, le ambizioni di tutti a inizio stagione erano altre. “Migliorare il 7°/8° posto delle prime due stagioni”, è sempre stato detto. Inutile ribadire come a fine dicembre si pensasse ancora più in alto. Ma già qualificarsi ancora alle coppe europee, per il terzo anno di fila, sarebbe un tassello importante per chiudere questo ciclo. Ecco perché Cagliari sarà una tappa importante. Contro sir Claudio Ranieri che vorrà festeggiare l’ennesima impresa della carriera davanti ai suoi tifosi, ma per la Fiorentina sarà gara vera. Guai a sottovalutare l’impegno, insomma, anche perché il ricordo di quel Sampdoria-Fiorentina di due anni fa (4-1 con i doriani già salvi) è ancora vivo.

LA CONDIZIONE DEI SINGOLI. Vincere a Cagliari vorrebbe dire anche togliere un po’ di pressione dalla finale. Avere l’Europa in tasca prima di Atene aiuterebbe senz’altro. Poi la condizione dei singoli. Difficilmente Italiano a Cagliari si affiderà dal 1′ a tutti i possibili titolari della finale, ma ci sono alcuni singoli che proprio giocando possono ritrovare brillantezza. Nico, Bonaventura, Belotti, ma non solo. Anche Milenkovic, nelle ultime uscite grazie a prove più confortanti ha recuperato fiducia. Nel calcio le partite non sono mai inutili, se prese con la testa giusta. E magari qualche giocatore può mettere ‘in difficoltà’ Italiano sulle gerarchie di Atene. Dall’inizio o a gara in corso. Nzola, Barak, Mandragora, magari Ranieri che nelle ultime gare è andato sempre in panchina, lo stesso Ikoné deve dare qualcosa di diverso rispetto al Napoli, perché l’unica alternativa sulle fasce a Nico e Kouame sarà lui. O magari Beltran, provato esterno a sinistra venerdì scorso: chissà che l’esperimento non possa essere replicato in Sardegna.

PER LA COPPA ITALIA. Insomma, tanti motivi per non abbassare la tensione. La testa sarà in parte, ovviamente, ad Atene, ma la Fiorentina si gioca qualcosa (tanto, in realtà) anche a Cagliari. Come l’8° posto per la Coppa Italia del prossimo anno, ad esempio: permetterebbe di entrare in gioco a dicembre/gennaio e non ad agosto, e di evitare una big agli Ottavi. Certo, alla vigilia di una finale europea questo conta il giusto, ma insomma…

LA CANDIDATURA DI SARRI. Intanto si parla anche di futuro. Almeno all’esterno, inteso come piazza e addetti ai lavori. Perché maggio è il mese dei bilanci e della programmazione. È normale nel calcio, in realtà ci si muove anche prima. C’è da registrare la candidatura spontanea, e piuttosto diretta, di Maurizio Sarri.Vediamo se viene fuori qualcosa che mi arrapa, che mi stuzzica. Che sia figlio di un programma di medio lungo periodo che vale la pena vivere”, le parole dell’ex Lazio, Juve e Napoli. Fiorentina? L’unico modo sarebbe andare al Viola Park, suonare e vedere se qualcuno apre. Io sono disponibile a tutti i progetti che mi intrigano, non ho preclusioni nei confronti di nessuno. Non cerco una squadra che faccia per forza la Champions”. Un allenatore, Sarri, che non ha mai nascosto l’affetto per Firenze e la Fiorentina (fin da bambino), e che negli ultimi anni ha garantito un certo tipo di calcio e di progetti. Sempre a podio con il Napoli con lo scudetto sfiorato ed un gran calcio, l’Europa League e il 3° posto con il Chelsea, lo scudetto con la Juve (l’ultimo dei bianconeri), il 2° posto della scorsa stagione con la Lazio.

IN QUALE DIREZIONE? Firenze si sta già dividendo tra pro e contro l’idea Sarri, tra chi lo giudica ‘troppo integralista’ e chi invece vede proprio questo ‘integralismo’ come marchio di un calcio ad un certo livello. Ma la verità è che il futuro della Fiorentina si deciderà dopo Atene. Dal direttore tecnico che arriverà a prendere il posto di Burdisso (Goretti, ds della Reggiana, in pole, ma occhio a Macia) all’allenatore, è chiaro che la società abbia già una lista di attenzionati, ma il cerchio sarà chiuso solo ad inizio giugno. Soprattutto per la guida tecnica. Su Sarri in realtà la Fiorentina si è dimostrata piuttosto ‘freddina’ negli ultimi tempi, visto che l’identikit per il futuro allenatore è un profilo giovane, ambizioso, in grado di crescere e lavorare anche con i ragazzi. Anche per questo Alberto Aquilani e Raffaele Palladino sono i due in cima alla lista. Profili diversi, è evidente. Ma le prospettive future passeranno prima da Atene. E da Cagliari, pure. Con o senza Conference, con o senza qualificazione in Europa League. Poi si capirà, dal tecnico ma anche da una probabile mezza rivoluzione della rosa, in che direzione vorrà andare la Fiorentina.

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