Connect with us

News

Europa, ora crederci è un dovere. Ma quanti punti persi e rimpianti, nonostante tutto

All’inizio obiettivo dichiarato (fin da Moena, al di là delle parole di Sousa), poi miraggio sempre più lontano, quindi gli esami di maturità falliti, i passaggi a vuoto, e adesso l’opportunità di agguantare davvero, quel 6° posto che vale l’Europa. Al di là di tutto, al di là di situazioni che si intrecciano e che si contraddicono all’interno di tutto l’ambiente viola. Con capitano e allenatore in scadenza e già sicuri di partire, con l’aria di fine ciclo che già da tempo è una certezza. Qualche settimana fa la conferenza stampa Sousa-Corvino-Gonzalo pareva un qualcosa di ‘facciata’, giusto per dare un segnale ad un finale di stagione anonimo. Invece, alla fine, la squadra ci ha creduto davvero, alla rimonta.

Le vittorie nel finale con Cagliari, Crotone e Bologna, il successo sull’Inter. E il Milan che ora è distante 3 punti (anzi 4, per gli scontri diretti), con l’Inter 7° a +1 (ma scontri diretti in favore dei nerazzurri). Crederci, ora, è diventato un obbligo. Con la pressione che torna davvero sulle spalle dei giocatori viola, che fino a prima dell’Empoli avevano giocato con mente più o meno sgombra.

Già, quanti rimpianti per quei tre punti persi contro gli azzurri. Che poi hanno restituito il ‘favore’ battendo anche il Milan, ma il rammarico resta per la Fiorentina. Che avrebbe potuto essere ancora più a ridosso dei rossoneri. Per non parlare poi della vittoria sfumata contro la Sampdoria con parata in extremis di Viviano su Babacar, o prima – ancora più clamorosi – il 2-2 contro il Torino e il 3-3 contro il Genoa al Franchi (con incredibili rimonte subite), il 3-3 contro il Napoli con pari subito su rigore in pieno recupero, oltre ai punti persi all’andata (sempre in casa) contro Crotone e Sampdoria.

Insomma, rimpianti notevoli. Almeno 6-8 punti in meno a stare (molto) stretti. Nonostante le problematiche già citate. Certo, la vecchia regola impone che il calcio non si faccia certo con i ‘se’ e con i ‘ma’, eppure Atalanta (ora a +8) e Lazio (+9) avrebbero potuto avere una rivale in più perfino per il 4° e 5° posto. Nonostante le tantissime difficoltà, nonostante l’aria tesa tra società-allenatore-giocatori, il rapporto con la piazza. E l’interrogativo che torna spontaneo: davvero questo gruppo, questi giocatori, che tanti appuntamenti decisivi hanno fallito, valgono l’8° posto in campionato? Oppure con lo stesso gruppo e situazioni gestite diversamente, la squadra poteva già ambire da tempo all’Europa, come annunciato ad inizio stagione?

Chissà. In ogni caso, lo dicono i numeri, tutto aperto per il 6° posto, a cinque giornate dalla fine: l’Inter va in ritiro, Montella alza i toni con il suo Milan. E la Fiorentina che paradossalmente arriva al rush finale, dopo le ripetute contestazioni, con slancio. Le ultime giornate hanno dimostrato che tutte le squadre in corsa possono perdere punti e inciampare contro qualsiasi avversario, quindi anche il calendario diventa relativo. Conterà vivere alla giornata. Che poi per il futuro, ci sarà tempo.
Perché arrivare 6° vorrebbe dire avere la prima gara ufficiale il 27 luglio (andata 3° turno preliminare di Europa League), con la prospettiva di iniziare la stagione un paio di settimane prima rispetto alla data dell’8 luglio, fissata come avvio del ritiro di Moena (con fine 23 luglio). Insomma, ci sarebbe da rivere un po’ i piani, amichevoli e ritiri (anche Milan e Inter, in realtà, hanno fissato tournée e amichevoli a fine luglio). Così come allestire una rosa più ampia per le tre competizioni, in base anche al nuovo allenatore e al nuovo modulo. D’altro canto, però, sarebbe un peccato lasciare l’Europa dopo tre partecipazioni di fila. Quando i viola si trovano, al momento, al 23° posto del ranking Uefa, terza tra le italiane. Più in alto, ad esempio, di Lione, Ajax, Monaco, Lazio, Liverpool, Roma, Milan ed Inter.

32 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

32 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie News

32
0
Lascia un commento!x