Lazio 60, Atalanta 59, Milan 57, Inter 55, Fiorentina 52. Dal quarto all’ottavo posto, questa la griglia per la zona Europa League in campionato, a sette giornate dalla fine. Il gruppo viola ci crede, nonostante i due punti persi a Genova. “Certo che ci crediamo, sennò si potrebbe mettere da parte le scarpe”, ha commentato Babacar. Uno che prima ha riagguantato la Samp, poi ha sfiorato il colpaccio al minuto numero 94. Tutta la squadra ha lottato con rabbia fino all’ultimo pallone, con la voglia di prendersi la vittoria.
Lo stop dell’Inter contro il Crotone, con i fantasmi nerazzurri legati anche alle precedenti gestioni, ha fatto il resto. La Fiorentina è ancora lì, lontana ma viva. E, come dicono i numeri, in forma. Sei risultati utili consecutivi dopo l’uscita dall’Europa League, 26 punti nelle ultime 14 partite. E il calendario che, nonostante tutto, dà ancora qualche chance ai viola. Sabato infatti al Franchi arriva l’Empoli, mentre Inter e Milan si sfidano nel derby, e l’Atalanta va a Roma contro i giallorossi. Un turno in cui, sulla carta, la squadra di Sousa può pensare di rosicchiare punti alle rivali.
Tutto, insomma, può ancora succedere. Anche perché sabato 22 a Firenze arriva proprio l’Inter, ed i viola avranno in casa anche la sfida contro la Lazio. Oltre ad affrontare Palermo, Sassuolo, Napoli e Pescara. Di fatto, tutto in gioco, con l’Inter che poi dovrà incontrare anche Napoli e Lazio nelle prossime giornate, il Milan dovrà sfidare la Roma oltre che l’Atalanta in un altro scontro diretto, mentre la Dea dovrà incrociare anche la Juve, e la Lazio giocare il derby con la Roma (oltre che le sfide con Inter e Fiorentina).
Sette turni da vivere, la Fiorentina non alza bandiera bianca. Nonostante tutto, nonostante i paradossi che da mesi aleggiano su tutta la struttura. Un allenatore che continua a lanciare frecciate (“Noi non siamo una squadra costruita per l’Europa”, “Non abbiamo mai detto che l’obiettivo era l’Europa”, “Questa squadra non è mia, io alleno e basta”), e che tra un mese e mezzo saluterà tutti; giocatori praticamente certi di lasciare, su tutti Gonzalo Rodriguez, Ilicic ma anche Badelj; un Saponara altamente richiesto ma poco utilizzato, Chiesa in panchina nelle ultime due gare, al suo posto Milic a sinistra. E poi le tante formazioni ‘cervellotiche’, i giocatori fuori ruolo, oltre al fatto che c’è da scegliere quale strada intraprendere per il futuro, con la decisione sul nuovo tecnico (e sul tipo di allenatore su cui puntare) ancora da prendere.
Una sorta di ‘obiettivo a tempo’, un patto a termine che sta tenendo unito il gruppo viola. Allenatore e giocatori, in qualche modo anche società. Tutti lavorano sul presente, consapevoli che per il futuro può accadere tutto e il contrario di tutto. Motivazioni diverse in gioco, personali e di squadra. La Fiorentina ci crede davvero. Al di là di tutto.
Di
Marco Pecorini