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ESCLUSIVA VI.IT – Bernal: “Muriel una benedizione di Dio. In campo aperto è devastante”

Le parole e i ricordi dell’allenatore colombiano che diede fiducia a Muriel prima del suo trasferimento al Granada

Per conoscere meglio il nuovo attaccante della Fiorentina, Luis Muriel, la nostra redazione ha contattato El Cacique Jorge Luis Bernal, attuale allenatore delle Águilas Doradas Rionegro, che nel 2010 lo fece esordire da titolare con la maglia del Deportivo Cali:

Se le dico Luis Muriel qual è la prima cosa che le viene in mente?

“La tripletta segnata a Manizales la notte del suo esordio da titolare. Debuttò con tre gol e vincemmo 3-0 contro l’Once Caldas. Un gol nel primo tempo ci permise di aprire la partita, l’avversario ci lasciò degli spazi e Muriel ne approfittò in velocità, nel secondo gol raccolse una ribattuta, mentre nel terzo prima dribblò un avversario e poi calciò da fuori area. Così ha regalato la vittoria a quell’undici brillante che era quel Deportivo Cali. Al di là delle cose buone fatte nel corso della sua carriera, con la maglia della nazionale colombiana, conservo questo ricordo perché ha rispettato le aspettative che avevo su di lui. Un attaccante con potenza, fisico e con l’abilità nel dribbling nello stretto, in grado di partire in contropiede. Avevamo bisogno di uno come lui e decisi di farlo debuttare. Fu una benedizione di Dio, un’esposizione delle sue condizioni naturali di centravanti che beneficia degli spazi e che soffre quando affronta squadre chiuse. Quando sei in vantaggio e l’avversario è costretto ad attaccare per pareggiare, lui diventa molto pericoloso”. 

Si aspettava questa carriera da parte sua?

Dopo quella notte a Manizales ho sempre dato fiducia a Muriel, perché era un giocatore che aveva tutte le carte in regola per far bene non solo in Colombia, ma anche in Europa. C’erano anche Fabián Castillo, Andrés Escobar, Michael Ortega, che come lui sono andati a giocare all’estero. Da quella notte ho sempre pensato che potesse giocare in Europa e consacrarsi”.

Per le sue caratteristiche lo vede più adatto a giocare con Simeone o al suo posto?

“Innanzitutto credo che bisogna dargli fiducia e avere delle aspettative positive. Può giocare insieme a Simeone: è in grado di saltare due o tre avversari e si muove sia a destra che a sinistra. Non sta solo in area di rigore, ma svaria su tutto il fronte offensivo, corre e aiuta la squadra: un giocatore funzionale. Credo che uno così vada sempre aspettato, poi sarà il tecnico a decidere se farlo giocare con Simeone o con un altro attaccante, per metterlo in condizione di mostrare le sue qualità”.

Ha un aneddoto?

“Quando arrivai al Deportivo Cali mi parlavano bene degli attaccanti delle giovanili. Dopo una serie di partite in cui avevamo incontrato difficoltà a segnare, decisi di farlo debuttare a Manizales, anche per premiarlo. Lo avevo visto che sapeva giocare a destra e sinistra, si proponeva, ed era il primo difensore della sua squadra quando gli altri attaccavano: per questa serie di motivi decisi di dargli fiducia. Quella sera venne esclusivamente per l’occasione, per vedere all’opera il ragazzo, anche ‘doña’ Maria Clara Naranjo, la presidentessa del Deportivo Cali in quegli anni. Nessuno si sarebbe aspettato un esordio così, con tre golazos da un ragazzo così giovane”.

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