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Errori (tanti), cuore e insulti: Tomovic torna al Franchi da ex. In una difesa da ‘Fiorentina vintage’

Fiorentina Inter Tomovic

Uno dei tanti a partire in estate, in realtà praticamente l’ultimo visto che firmò con il Chievo il 31 agosto. Ma sarà comunque un ritorno particolare a Firenze per Nenad Tomovic. La prima volta al Franchi da avversario dopo i saluti estivi, per il difensore serbo. Non uno che ha lasciato troppi segni positivi, se non la sensazione che comunque il giocatore ci mettesse sempre tanto impegno e dedizione. Solo che, spesso, non bastava: ed è così che in 171 partite in maglia viola si ricordano più gli errori (tanti) che le prestazioni positive.

Preso spesso, specie negli ultimi mesi, come capro espiatorio di una Fiorentina che ha iniziato progressivamente ad arrancare, a volte il buon Nenad ha pagato anche errori non suoi. Non a caso era spesso tra i principali argomenti di discussione di ogni post-partita. Anche quando non giocava (si fa per dire, ma mica più di tanto). L’ultima sua partita al Franchi è datata 27 agosto 2017: Fiorentina-Sampdoria, raffica di 4 in pagella per un primo tempo disastroso contro i doriani. Prima totalmente spaesato sul tap in di Caprari, poi autore del rigore del 2-0 con un colpo di mano molto goffo e scoordinato. Uscì, quella sera, a fine primo tempo, tanto che al rientro dagli spogliatoi il subentrante Bruno Gaspar fu accolto con un sonoro applauso del Franchi. E non proprio per meriti del portoghese.

I disastri contro il Napoli e gli errori nei posizionamenti difensivi, ma anche una duttilità tattica che ha portato i vari allenatori viola a puntare alla fine sempre con continuità su di lui. Centrale nella difesa a 4 o a 3, terzino a destra ma anche a sinistra, ha fatto un po’ di tutto Nenad con Montella e Sousa. E anche con Pioli, in realtà, era partito titolare nelle prime due gare stagionali. Roncaglia, Compper, Micah Richards, Gilberto, Salcedo, De Maio: alla lunga Tomovic ha sempre ‘scalzato’ la concorrenza, che nonostante effettivamente fosse poco qualitativa partiva spesso sulla carta davanti al serbo. Invece, piano piano, ogni stagione Nenad si ritagliava le sue oltre 30 presenze, un po’ ‘tappabuchi’, un po’ dando solidità con il suo rendimento da 5,5 (quando non faceva grossi errori). Che poi, comunque, le sue soddisfazioni Tomovic se l’è tolte: di squadra (gli anni di Montella, il primato con Sousa) e personali, come la fascia di capitano indossata in qualche occasione o il gol, indimenticabile, contro l’Inter, con abbraccio di puro cuore ai tifosi a bordo campo.

Proprio l’incrocio con l’Inter, alla prima di campionato, aprì però le porte al suo ‘arrivederci‘ (già, perché al Chievo è in prestito con diritto di riscatto, e chissà che tra qualche mese non possa tornare…), con responsabilità evidenti su due dei tre gol nerazzurri. Domenica tornerà da ex al Franchi, ma con ogni probabilità – nonostante sia stato spesso insultato e mal apostrofato – non saranno sonori fischi dai tifosi. “Nell’ultimo periodo a Firenze ho avuto un po’ di difficoltà, perché la gente si aspettava tanto e l’ambiente non era molto sereno. C’era troppa aria negativa intorno a me, giocavo anche fuori ruolo. Voglio rimettermi in gioco”, disse qualche mese fa Tomovic. Che a Verona ha trovato buona continuità con 17 presenze, prima di un infortunio che lo ha fermato a fine gennaio.

Dovrebbe rientrare, Nenad, giusto giusto contro la Fiorentina. In una difesa da ‘Fiorentina vintage’: insieme ad Alessandro Gamberini, Massimo Gobbi e chissà forse Dario Dainelli (che ultimamente però fa panchina), un quartetto che in maglia viola ha messo insieme qualcosa come 680 partite. Mica noccioline. Tra i pali, invece, non ci sarà Andrea Seculin, uno che fu protagonista in Primavera viola vincendo anche la Coppa Italia: al Chievo, in porta, gioca sempre il (quasi) 39enne Sorrentino, giusto per dare un po’ più d’esperienza al reparto.

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