Il russo subito ‘battezzato’ a cena da Commisso, in attesa di entrare presto negli schemi viola. Ma sul campo la Fiorentina ha diversi incroci ‘caldi’
Finalmente Kokorin. Dopo una lunga giornata a Roma e l’arrivo in serata a Firenze, con tanto di cena con il presidente Commisso e la famiglia, è partita l’avventura in viola dell’attaccante russo. È il primo vero acquisto del mercato invernale della Fiorentina, dopo Maleh che è rimasto a Venezia fino a giugno e soprattutto la lunga serie di ‘scontenti’ ceduti nelle ultime settimane. Tra rischi e speranze, una ‘scommessa’ che la Fiorentina ha voluto fare non solo a breve termine, ma anche per il futuro. Del resto si sa, in quella zona di campo, da Ribery in poi a giugno saranno diverse le valutazioni da fare. E il contratto fino al 2024 racconta bene quanto l’arrivo di Kokorin (classe ’91) sia non solo per l’immediato.
DUBBI E TALENTO. Che sia un azzardo? Solo il tempo potrà dirlo. Certo, le vicende extra campo sono parecchio note, così come la lontananza dai campi dal 29 novembre e i diversi problemi fisici avuti negli ultimi mesi. Ma il talento in pochi lo discutono. “Per qualità sarebbe stato da Real Madrid”, ha detto il ct Mancini. E sulla stessa lunghezza d’onda sono stati anche Capello e Cinquini nei suoi confronti, mentre altri conoscitori del calcio russo hanno parlato quasi di ‘liberazione’ per lo Spartak. Chiaro che poi c’è anche un periodo di adattamento al calcio italiano da mettere in conto, per un giocatore che non è mai uscito dalla Russia in carriera. Ma la determinazione da parte di Kokorin è tanta. “E’ probabilmente la mia ultima occasione”, ha detto chiaramente l’attaccante russo, arrivato in Italia con la famiglia. La testa, in questi casi, fa la differenza. La consapevolezza di un uomo, diventato padre, che sa di non poter più sbagliare. Dai tanti che volevano (e magari qualcuno ancora vuole) andar via da Firenze ad uno che invece ha spinto parecchio (e si è tagliato l’ingaggio) per arrivare in viola.
MOTIVAZIONI. Probabilmente anche questo ha convinto la Fiorentina, che già nel recente passato era stata vicina al giocatore (“Già ad aprile la Fiorentina mi ha cercato, ma non abbiamo raggiunto l’accordo”, ha detto la punta qualche giorno fa). Sicuramente, l’acquisto di Kokorin non può essere catalogato nella categoria ‘banali’. Discutibile, forse, ma il tempo darà le sue risposte. Anche se il mercato di gennaio, e questo in particolare, è sempre parecchio complicato, e il rischio è di prendere calciatori ‘piatti’, che spostino di poco gli equilibri. Almeno, con Kokorin, ci sono diversi interrogativi ma anche speranze. E tante motivazioni. Contando che siano queste ultime a prevalere.
UN MESE DA SALVEZZA. “Ho parlato con Prandelli, gli ho chiesto tempo. Penso che mi ci vorrà un mese“, aveva detto Kokorin sui suoi tempi d’inserimento. Un mese che sul campo vedrà la Fiorentina impegnata in scontri parecchio caldi. Perché al di là di tutto, e di un mercato che dovrà vivere la sua ultima settimana di trattative, c’è una zona retrocessione da tenere a distanza. E se con la vittoria sul Crotone sono 7 i punti di distacco da Cagliari e Torino, venerdì ci sarà proprio la trasferta contro i granata. Un altro scontro diretto salvezza, in un mese cruciale in questo senso. Perché dopo il match di venerdì 5 febbraio al Franchi contro l’Inter, i viola andranno a Genova contro la Samp (14 febbraio), riceveranno lo Spezia (19/02) e faranno visita all’Udinese (28/02). Tre gare con squadre che seguono in classifica, più i nerazzurri e l’incrocio con la Samp che oggi occupa quel 10° posto che era obiettivo minimo ad inizio stagione.
CONTRO CHI SEGUE. Facile capire come il prossimo mese di campionato sia parecchio importante per la Fiorentina. Una Viola che grazie alle ultime due vittorie casalinghe si è costruita un buon trend con le squadre che ora seguono in classifica: nelle 8 gare del girone di andata con squadre che ora sono dal 13° posto in giù, Pezzella e compagni hanno raccolto 16 punti sui 24 a disposizione, con una media di 2 punti a partita. Certo, sulla classifica pesano le sconfitte contro Samp e Benevento (che ora sono sopra ai viola), e in generale i soli 5 punti (di cui 3 con la Juve) nelle 11 gare con squadre ora avanti in graduatoria, ma riuscire a mantenere il trend con le medio-piccole, e magari a migliorarlo, sarebbe un buon punto di ri-partenza. E soprattutto consentirebbe di tenersi a distanza di sicurezza sulla zona salvezza.
QUALITA’ (MA IN MEZZO). Per una Fiorentina che intanto ha ritrovato un po’ di respiro con i tre punti sul Crotone. Una partita che era parecchio delicata, dopo la disfatta di Napoli, e che Prandelli ha deciso di giocarsi tornando a quella sorta di 3-5-2 con due mezz’ali di qualità come Castrovilli e Bonaventura. Di fatto, quella qualità che il tecnico viola aveva voluto inserire a Napoli (teoricamente) tra le linee, con Ribery e Callejon insieme dal 1′, l’ha trovata in mezzo al campo. Visto che proprio Castrovilli (più libero di sganciarsi e inventare) e Bonaventura, ma anche Amrabat, sono stati tra i migliori. Come contro il Cagliari. Insomma, giusto cercare (anche in prospettiva) di premiare la qualità, e in certe fasi contro il Crotone si sono viste buone cose. Ma il campo dice che per il momento questa Fiorentina non può rinunciare ai tre in mezzo. Che, comunque, oltre ad un equilibrio oggi irrinunciabile (insieme, pare, ai 5 difensori puri in campo), danno inserimenti e spunti propositivi, se messi in condizione.
ULTIME 8. La strada, del resto, tracciata da quelle partite contro Sassuolo e Verona di fine dicembre, che hanno portato al cambio tattico e di atteggiamento. Nelle ultime 8 gare sono arrivati 12 punti, con una media di 1,5 punti a partita. Niente di trascendentale, con la figuraccia di Napoli a rendere anche più amara la sensazione generale, ma di fatto da metà dicembre solo 7 squadre hanno fatto più punti della Fiorentina. Un periodo che ha fatto guadagnare fino a 10 punti sulle dirette concorrenti per la salvezza (Cagliari e Parma hanno fatto 2 punti, ad esempio). Se bisogna aggrapparsi a qualcosa, facciamolo a questo. E magari ad un Kokorin che a molti fa già storcere il naso ma che, tra rischi e speranze, almeno propone qualcosa di ‘diverso’.

Di
Marco Pecorini