Editoriali

È una Fiorentina dalla rosa completa, ora Pioli deve capire come sfruttarla al meglio

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Con la chiusura del mercato, conosciamo ufficialmente la faccia della Fiorentina 2025-26, almeno fino a gennaio. Un mercato importante quello condotto dalla società gigliata, che ha mantenuto tutti i suoi giocatori più importanti puntellando la squadra con diversi nuovi acquisti. Un mercato in cui la Fiorentina ha certamente speso molto. Ora dovremo capire se ha speso bene.

Pradè e Goretti hanno avuto diversi problemi nelle uscite, con alcuni giocatori ceduti con un valore fortemente deprezzato (Ikoné), altri dai quali si voleva monetizzare e invece sono partiti in prestito (Beltran, Sottil), altri che invece non sono proprio riusciti a piazzare (Richardson, Sabiri, Infantino, forse anche Parisi). In entrata, invece, sono ben nove le new entry (riscatti esclusi) che vanno a rinforzare la squadra. Negli ultimi giorni di mercato sono arrivati Nicolussi Caviglia (che verrà presentato oggi) e Lamptey a colmare a livello numerico un paio di lacune della rosa.

Ed ecco emergere quello che sicuramente è il pregio principale del roster a disposizione di mister Pioli: la completezza. La Fiorentina è una squadra che ha soluzioni in ogni reparto. Lo certificano anche le ultime due operazioni di mercato: mancava un vice Dodo, visto che Fortini probabilmente verrà adottato a sinistra? È arrivato Lamptey. A centrocampo serviva un altro giocatore dai piedi buoni, che avesse caratteristiche da regista puro che Fagioli non possiede a pieno? Ecco Nicolussi. La Fiorentina possiede una rosa profonda, attrezzata per affrontare le tre competizioni. Un’ottima notizia, soprattutto perché quest’anno un sorteggio non particolarmente fortunato ha decretato che le sei partite del girone unico di Conference saranno tutt’altro che una passeggiata.

Insomma, la Fiorentina ha una rosa completa, coperta in ogni ruolo. Il problema ora è capire come sfruttarla al meglio. In attacco, oltre a trattenere Gud e soprattutto Kean, i viola si sono rinforzati non poco, con l’arrivo di Dzeko e Piccoli e anche di Fazzini, che al momento è visto come la riserva di Gudmundsson (sebbene abbia caratteristiche più da centrocampista rispetto all’islandese, come ha affermato lo stesso Fazzini). Un reparto di grande valore, sul quale è stato fatto un investimento davvero importante con Piccoli (oltre 25 milioni). Pioli a Torino ha subito mostrato quale sia la sua idea: giocare con due prime punte là davanti. Un’idea singolare, visto che nessuno in Europa gioca più con due centravanti di peso, ma non per questo da scartare a priori, soprattutto perché ne è convinto un allenatore di grande esperienza come l’ex Milan. D’altra parte, anche la marcatura a uomo era considerata demodé, prima che Gasperini la riportasse in auge e oggi in Italia sembra che non si possa difendere in altro modo.

Tuttavia, perché il piano del tecnico viola funzioni, la squadra deve girare a meraviglia negli altri reparti. Gudmundsson ha fatto fatica a Torino: come unico trequartista è sembrato meno consistente rispetto alle precedenti uscite. Il Sohm visto nelle prime uscite in maglia viola non ha brillato, lo stesso vale per Fagioli nella posizione di regista. Ndour è la scommessa di Pioli, ma dopo una prima buona gara col Polissya ha mostrato i suoi limiti. Alla fine, nonostante le questioni contrattuali, Mandragora finirà per giocarne tante. Nicolussi Caviglia, come detto, è un acquisto sensato perché è un tipo di giocatore che mancava al centrocampo della Fiorentina. C’è curiosità nel capire come Pioli deciderà di inserirlo nelle rotazioni: sarà il nuovo playmaker della Fiorentina oppure verrà utilizzato come riserva di Fagioli?

Se sugli esterni la Fiorentina è ben attrezzata, con due titolari di indiscutibile valore e tre riserve per due ruoli, in difesa si è cercato fino all’ultimo di accaparrarsi l’esperienza e la qualità palla al piede di Lindelof, che alla fine però è sfumato: mentre i viola cercavano di liberare spazio salariale per ingaggiarlo, il difensore centrale svedese si è accordato con l’Aston Villa. Il reparto è pressoché lo stesso della scorsa stagione – è arrivato Viti al posto di Moreno -, con l’aggiunta dei giovani Kouadio e Kospo, ma forse non è esattamente quello che Pioli desiderava.

In queste primissime uscite, la Fiorentina ha convinto a pieno solo nella partita di andata col Polissya, dove l’approccio aggressivo dei viola ha fatto la differenza fin da subito per indirizzare la gara. Poi una gara davvero bruttina col Cagliari, il ritorno col brivido con gli ucraini e la trasferta così così di Torino, nella quale la squadra ha fatto fatica a costruirsi occasioni da gol importanti nonostante l’impiego di tre giocatori offensivi contemporaneamente come Gudmundsson, Piccoli e Kean.

Nonostante l’assenza di nove giocatori, convocati dalle rispettive nazionali, Pioli deve impiegare queste due settimane per trovare la quadra. Per sfruttare meglio di quanto visto finora il materiale che avrà a disposizione in questa stagione. Ad accogliere i viola al rientro dalla sosta per le nazionali ci sarà il Napoli campione d’Italia in carica, con la Fiorentina che tenterà l’impresa per cercare di ottenere la prima vittoria in campionato. Di buono c’è che le trasferte consecutive sono finite: a partire da sabato 13 settembre il Franchi, seppur ancora dimezzato in capienza, potrà riabbracciare la propria squadra del cuore. C’è bisogno del sostegno del dodicesimo uomo per aiutare la Fiorentina a lasciarsi alle spalle un inizio di stagione così e così.

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