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Editoriali

E’ tornata la Fiorentina di Palladino: fiducia, qualità e forte con le grandi. Kean miglior bomber viola dal 2010

Moise Kean - Fiorentina

Il tecnico è riuscito con il suo gruppo a venir nuovamente fuori da un periodo complicato. Ora le porte degli obiettivi si sono riaperte

Sì, la Fiorentina è tornata. La miglior Fiorentina è tornata. La Fiorentina di Palladino, nello specifico. Un tecnico messo (anche duramente) in discussione dalla piazza e dagli addetti ai lavori nelle scorse settimane, incalzato anche dalla società quando i risultati non arrivavano e le prestazioni erano di scarso livello. I fischi dei tifosi, i cori sul tirar fuori gli attributi. Ma ancora una volta l’allenatore e il suo gruppo sono riusciti a venir fuori dal periodo complicato. Se dopo aver rimontato il Panathinaikos e umiliato la Juventus, ti ripresenti così al Franchi dopo la sosta contro un’Atalanta che sarà stata pure un po’ scarica, ma pur sempre in lotta per lo scudetto prima del weekend, allora vuol dire che davvero Palladino ha ritrovato la sua Fiorentina.

PROBLEMI E RIENTRI. Superfluo ricordare i problemi che ha avuto questa squadra da dicembre in poi. Il malore di Bove che inevitabilmente ha scosso il gruppo (e privato di un elemento di livello la squadra), l’eliminazione dalla Coppa Italia tre giorni dopo, certezze che via via si sono sgretolate, in mezzo alla seconda rivoluzione invernale, infortuni in serie di giocatori importanti (da Gudmundsson ad Adli, da Cataldi a Folorunsho, fino a Colpani, con un Pongracic rientrato di fatto solo a gennaio), alcune partite giocate con 13-14 giocatori di movimento a disposizione. Poi il recupero pian piano dei singoli, il rientro in condizione di un giocatore di qualità superiore come Gudmundsson, ma anche di un metronomo importante come Cataldi, il ritorno ad alti livelli di Gosens, il periodo di adattamento necessario per far inserire i nuovi che si stanno ora rivelando fondamentali, come Fagioli e Pablo Marì.

L’ASSETTO CHE FUNZIONA. Ci voleva tempo, ci voleva anche una nuova veste tattica che permettesse alla Fiorentina di ritrovare equilibri, certezze e distanze. E di far giocare nei ruoli più congeniali giocatori che si trovavano, nelle difficoltà, a dover fare qualcosa in più rispetto alle loro migliori caratteristiche. Palladino ci ha messo un po’, è vero, ma ha saputo trovare di nuovo la veste giusta per la Fiorentina. Questo 3-5-2 che ha ridato solidità alla difesa, ha fatto sprigionare la forza degli esterni nelle due fasi, ha ridato sostanza ma anche qualità al centrocampo, ha permesso di far interagire due giocatori come Gudmundsson e Kean che devono rappresentare valori aggiunti per la Fiorentina. E così la Viola è ripartita. Con la mano del tecnico e la qualità dei singoli. Con la voglia di sacrificarsi per il compagno, di difendere insieme e di attaccare velocemente. Negli sguardi, negli atteggiamenti, nella voglia di giocare insieme si vede il cambiamento radicale tra questa Fiorentina e quella paurosa e intimorita di gennaio e febbraio.

FIDUCIA E RICAMBI. La Fiorentina è tornata in fiducia. La spinta di Firenze nelle tre gare interne contro Panathinaikos, Juventus e Atalanta ha soffiato sotto al fuoco dell’entusiasmo per ridare la carica giusta alla squadra. Un’alchimia che a Firenze ha sempre fatto la differenza, che ora sembra ritrovata dopo mesi difficili. Con il gruppo al completo Palladino ha anche più scelte in tutti i reparti: dietro c’è Comuzzo che non può essere considerato una riserva del trio Pongracic-Marì-Ranieri, in mezzo Cataldi, Mandragora e Fagioli stanno dando copertura e tanta qualità, ma ci sono Adli, Folorunsho, Ndour e pure Richardson pronti a dare una mano importante, come seconda punta oltre a Gudmundsson c’è un Beltran che è una risorsa preziosa, ma anche Zaniolo può e deve essere sfruttato per questo finale di stagione. Ci sono due giocatori che nello scacchiere base non hanno ricambi veri, ovvero Dodo e Kean: nel primo caso potrebbe essere adattato uno tra Comuzzo o Moreno in caso di impostazione più difensiva, oppure Folorunsho (ha giocato esterno a sinistra contro l’Atalanta nel finale) o ancora Colpani quando rientrerà, anche se senza il brasiliano è più facile immaginare un cambio di modulo. Mentre Zaniolo è stato utilizzato qualche volta come sostituto di Moise, ma non può essere la stessa cosa. Per caratteristiche e qualità. Forse arriverà il momento, nelle partite ravvicinate, di scegliere dove risparmiare qualche energia tra campionato e Conference. Ma ancora non è il momento di pensarci.

GRANDE CON LE GRANDI. È il momento di vivere un’altra settimana con il vento in poppa, con l’entusiasmo ricreato per una Fiorentina tornata finalmente viva. Una Viola grande con le grandi: si aggiornano i numeri, sono ben 22 i punti nei 13 scontri contro squadre che stanno dalla 9° posizione (dal Milan quindi) in su. Con ben 7 vittorie contro Lazio (due volte), Inter, Atalanta, Juve, Roma e Milan. Solo il Napoli, non a caso l’unica big passata indenne dal Franchi, ha fatto più punti con le grandi, 29 in 15 incontri. Le altre, dall’Inter in giù, hanno un rendimento peggiore della Fiorentina contro le prime 9 della classifica. Vuol dire che c’è una squadra, quella viola, che può e deve giocarsela con chi lotta per l’Europa. Anche per la Champions, distante 5 punti e non inarrivabile visti i tanti scontri diretti all’orizzonte (già importante sarà il prossimo weekend, con Atalanta-Lazio, Roma-Juventus e Bologna-Napoli). La Fiorentina sabato andrà a San Siro contro il Milan, per un’altra serata da provare a incorniciare. Poi come già ripetuto lo step successivo sarà riuscire a fare la voce grossa contro chi si gioca la salvezza, come nelle seguenti sfide contro Parma, Cagliari ed Empoli. Punti che conteranno tanto, forse di più. Ma intanto c’è da godersi una Fiorentina tornata a giocarsela a testa alta con le più forti. E in corsa, ora davvero, per obiettivi importanti in campionato e in Conference.

IL MIGLIOR BOMBER DAL 2010. E con un Kean così davvero tutto è possibile. Anche qui numeri da aggiornare: 21 gol in 35 partite in maglia viola, 24 centri stagionali compresa la Nazionale. Moise aveva già superato i migliori marcatori delle ultime due stagioni, Gonzalez (16 reti lo scorso anno) e Cabral (17 la stagione precedente), ha superato Vlahovic 2021/2022 (20 gol) ed eguagliato il rendimento del serbo nel 2020/2021 (21 reti). Ha superato anche i 20 gol di Kalinic 2016/2017, i 17 di Giuseppe Rossi nel 2013/2014, i 19 di Gilardino nel 2009/2010. E’, insomma, già il miglior bomber della Fiorentina degli ultimi 15 anni. E siamo solo a marzo. I prossimi obiettivi? Provare a raggiungere i 23 gol di Mutu nel 2007/2008 e i 25 di Gilardino nel 2008/2009, mentre leader di questa speciale graduatoria dal ritorno in Serie A è il Toni Scarpa d’Oro 2005/2006, con i suoi 33 gol in stagione (31 in campionato). Ma anche avvicinare i 27 gol di Enrico Chiesa nel 2000/2001 e i migliori score di Batistuta in viola (28 gol nel 1999/2000 e nel 1994/1995) non sarebbe male. Anche perché poi Moise non è solo gol. È lotta, corsa, sacrificio, fare a sportellate per i compagni contro ogni difensore. Punta di diamante di una Fiorentina che vuole godersi un grande finale di stagione.

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