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E l’ombra del Manchester United di Ibra minaccia le notti di Europa League

Potremmo chiamarle v(Ibra)zioni. E il riferimento a Zlatan non è puramente casuale. Timori, presentimenti, battute. Alzi la mano chi, giovedì sera, non ci ha pensato. «State sicuri che ci tocca lo United». Bastava farsi un giro sui sociali network, o ascoltare le radio, per rendersi conto di quanto sia il timore. Potremmo chiamarla “Paranoia Manchester”.
Del resto, negli ultimi anni, i peggiori incubi dei tifosi viola si son spesso trasformati in realtà. Come se l’Europa League, per la Fiorentina, fosse sempre una specie di Champions. Nel 2013-2014, negli ottavi, ci fu lo scontro con la Juventus ma ancor più clamorosi, in realtà, furono i sorteggi 2014-2015. Nonostante il primo posto nel girone infatti, la squadra allora di Montella riuscì a pescare, nell’ordine, Tottenham (nei sedicesimi), Roma (agli ottavi), Dinamo Kiev (quarti) e Siviglia, in semifinale. Roba da brividi.
E poi lo scorso anno, e il secondo incrocio consecutivo con gli Spurs di Lamela e compagni. Ecco perché, nonostante stavolta Sousa sia riuscito a chiudere al comando la prima fase, il timore beffa è forte. E pazienza se i Red Devils quest’anno non se la passano bene. Secondi nel proprio girone (alle spalle del Fenerbahce) e sesti in Premier, lontanissimi dalle prime. A proposito. Proprio il ritardo in campionato impone a Mourinho di giocarsi al massimo la coppa.
L’Europa League rischia di essere la sua unica porta di accesso alla prossima Champions. Meglio girargli alla larga, tanto per esser chiari. Eppure, i pericoli, non finiscono ad Old Trafford. Il Villarreal, tanto per fare un esempio, è un altro spauracchio. Certo, per Borja Valero e Gonzalo Rodriguez, sarebbe un incrocio particolare. Mai infatti (se si esclude un’amichevole estiva) son tornati da ex al Madrigal. Per non parlare dell’Athletic Bilbao.
La sconfitta di ieri del Sassuolo (col Genk) ha condannato anche i baschi al secondo posto. La sfida sarebbe affascinante, sia chiaro, ma andare a giocare al San Mamès è missione ai limiti dell’impossibile. Soltanto il Torino, un paio di anni fa, è riuscito a vincerci, per il resto, le italiane, sono sempre uscite male. Da un punto di vista affettivo, l’incrocio più suggestivo sarebbe quello col Celta Vigo.
“Ti immagini…”, ha risposto ieri Giuseppe Rossi ad un tifoso che, su twitter, avanzava l’ipoesi di una sfida con la Fiorentina. Pepito per la verità non se la passa benissimo, ma l’idea di fare lo sgambetto a Paulo Sousa lo stuzzica. Tra l’altro, nel Celta, c’è pure Roncaglia.
Sentimenti, fascino, paure. Per una volta però, perché non giocarsi un sedicesimo di finale normale? «Mi auguro un sorteggio migliore rispetto all’anno scorso», ha detto Paulo Sousa. In fondo, stavolta, la Fiorentina se l’è meritato. Appuntamento a Nyon (lunedì alle 13) sperando che per una volta, dall’urna, venga fuori la pallina giusta.
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