Per spiegare l’ennesima prestazione viola da dottor Jekyll e mister Hyde, Sousa ha parlato di «calo mentale». Ma da cosa deriva questo calo? E perché la Fiorentina mette in mostra così tante fragilità? «I guai viola sono vecchi di un anno — dice il professor Daniele Popolizio, psicoterapeuta e mental coach di diversi sportivi — la squadra non ha retto all’exploit del primo posto e Sousa non è riuscito a cambiare questa tendenza negativa. Il senso di insicurezza ha fatto perdere fiducia e coraggio a tutti».
Già mental coach di Federica Pellegrini, Filippo Magnini ma anche di calciatori come l’ex viola Alberto Aquilani, Popolizio commenta anche la frase di Sousa sui tifosi («Abbiamo pagato la spinta del nostro pubblico»). E non usa troppi giri di parole: «La Fiorentina ha il problema opposto, la squadra è schiacciata dalla paura di non essere all’altezza di portare a casa il risultato. Per questo ha queste pause durante le partite. La base del problema mi pare la mancanza di motivazioni, visto che proprio l’allenatore, per incomprensioni o delusioni per l’operato della società, ha palesato in più di un’occasione. Uscire da questo stato di cose è ancora possibile, ma Sousa deve cambiare. E per cambiare intendo tattica, approccio mentale e dialettica: certe frasi su Bernardeschi per esempio non lo ha capite».
Il dottor Salvo Russo, psicologo dello sport e fondatore del portale psicologiasportiva.it , aggiunge: «Noto che spesso le mancate vittorie vengono giustificate citando fattori esterni come il pubblico, la pioggia, la sfortuna o l’arbitro. Spero che all’interno dello spogliatoio si dicano cose diverse, perché crearsi alibi è il modo peggiore per affrontare le fragilità e prendere consapevolezza dei propri limiti. La Fiorentina poi mi pare abbia problemi motivazionali: non è facile sognare lo scudetto e poi ritrovarsi a giocare per il quinto-sesto posto. Sousa dovrà essere bravo a ricreare motivazioni intrinseche nei suoi giocatori: la psicologia nello sport è ancora poco considerata, ma bisogna sempre ricordare che non siamo robot. E che le gambe spesso girano grazie alla testa».
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Redazione LaViola.it