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Adesso, però, fatelo davvero. Non c’è più tempo da perdere. Presenza in Lega e rispetto. Lo chiede Firenze

Dopo le dure parole di ieri di Cognigni Firenze chiede rispetto. Ed è giunto il momento di essere sempre più presenti in Lega e nelle stanze dei bottoni

Le parole di Mario Cognigni (LEGGI QUI) al termine di Inter-Fiorentina, con grande probabilità, costeranno multa e squalifica con inibizione al Presidente Esecutivo viola. Come accadde per esempio al ds della Juventus Paratici, quando dopo aver pesantemente insultato l’addetto Var ed il sistema Var di un Atalanta-Juve l’anno scorso prese una multa da 20 mila e 15 giorni di inibizione.  (LEGGI QUI) 

Ma hanno acceso Firenze. Che mai come dopo il triplice fischio del signor Mazzoleni aveva solamente una parola in mente: rispetto. Come ha detto German Pezzella, come ha ribadito Pioli, come ha detto lo stesso Mario Cognigni.

Non è certo la prima volta che la Fiorentina esce danneggiata da una direzione arbitrale. E in maniera grave. Curioso come nel mezzo ci sia ancora una volta Mazzoleni. Lo stesso direttore di gara di FiorentinaRoma, che non vide un mani di De Rossi che definire colossale sarebbe riduttivo. Soprattutto in confronto al tocco di polpastrello di Hugo.

Per non citare altri episodi, storici, che lasciano il tempo che trovano. Restiamo sull’oggi, o meglio sul domani. Perché lo sfogo di Cognigni post triplice fischio finale di San Siro non deve essere un una tantum. Non deve essere un alibi, mai. Ma deve essere anche il primo tassello di una nuova era. Perché ai tempi di Fiorentina-Roma non c’era il Var. E Andrea Della Valle, proprio come Cognigni, ai microfoni disse: “Mi dispiace se qualcuno pensa che siamo deboli, perchè per noi il fair play è un valore importante, ma non siamo né deboli né stupidi, noi ci facciamo rispettare. Quell’errore ci può costare la Champions, ci può costare 30 milioni di euro però gli arbitri sono esseri umani e se pensassi che c’è malafede non starei nel calcio. Gli scudetti non si vincono nei corridoi dei palazzi, come magari succedeva in passato. Maggiore presenza in Lega? Vedrete che lo faremo, ne abbiamo già parlato”.

Da allora sono passati cinque anni. E già questa stagione è partita col piede sbagliato dal punto di vista delle regole, perché esiste il fair play finanziario, ed in Europa League c’è andato comunque il Milan.  E se allora la ACF Fiorentina si era limitata a dire in poche righe: “Noi spettatori rispettosi, la partecipazione alle Coppe ce la guadagnamo sul campo”, dopo quanto accaduto a San Siro era oggettivamente impossibile tacere e chinare ancora una volta il capo. Ma non solo, era oggettivamente impossibile non alzare i toni. Perché già c’era voluta una riunione plenaria per far sì che German Pezzella potesse tenere al braccio la fascia di un capitano defunto nel sonno.Emblema di un mondo del calcio che non funziona, o meglio funziona al contrario. Ma questa è un’altra storia.

Adesso, però, c’è una sola cosa da fare: esserci, nelle stanze dei bottoni‘. Con costanza, e alzare la voce quando serve. Per non avere favori o quant’altro. Ma semplicemente perché se ci sono delle regole devono essere rispettate. Perché c’è chi ha fatto 600 km per vedersi derubare in quel modo, perché oggi c’è il Var, e non deve creare dei mostri, come ha detto lo stesso Presidente della Fiorentina. E’ vero che qualcosa ha fatto la società viola, quanto a presenze in Lega. Ma a ciò si dia continuità. Lo chiede e lo ha sempre chiesto Firenze. Lasciando stare Calciopoli, quando a quel sistema era praticamente obbligatorio piegarsi dopo aver visto che combatterlo non avrebbe portato a niente.

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