Come riporta La Gazzetta dello Sport, strano destino il suo. Ha vissuto una settimana da Dio, sentendosi il padrone di Napoli e della sua gente. E ti credo, dopo il gol alla Juventus, un attimo prima che Rocchi fischiasse la fine della gara, che gli è valso il riconoscimento eterno di un intero popolo. L’ottavo giorno, però, il drastico cambiamento, l’eroe dello Stadium ha rovinato tutto in appena sei minuti, il tempo necessario per abbattere Simeone lanciato a rete e per meritarsi il rosso diretto.
Kalidou Koulibaly ha rivolto lo sguardo verso il cielo e ha abbandonato il campo senza nemmeno protestare: si sarà sentito gelare il sangue nelle vene, avrà pensato a cosa sarebbe potuto accadere se quella sua ingenuità avesse influito sul risultato. E ha avuto ragione a preoccuparsi, perché la sua espulsione ha fatto saltare tutti i piani di Maurizio Sarri che ha dovuto indebolire il centrocampo, con l’uscita di Jorginho, per sistemare la difesa con l’ingresso di Tonelli.
In inferiorità numerica il Napoli ha sofferto tantissimo, ansimando sotto i colpi degli avversari: chissà come sarebbe andata on Koulibaly in campo. Resterà un interrogativo a cui Sarri non potrà mai dare un risposta. Senza il senegalese, la difesa ha perso in velocità e fisicità, tant’è che il Cholito ha avuto vita facile negli uno contro uno. Insomma, in dieci il Napoli non ha avuto la forza per contrastare la Fiorentina, brillante e motivata, che non ha avuto nessun riguardo e ha giocato una prestazione super.
Quelle di Pepe Reina hanno commosso persino gli avversari. Badelj e Benassi hanno provato a confortarlo mentre lui era seduto a terra, con le mani a coprirsi il volto. Ma le sue non sono state lacrime di cui vergognarsi, probabilmente la consapevolezza che tutto potrebbe essere finito l’ha preso dentro. Lui aveva immaginato un addio dolce, magari festeggiando con i napoletani il terzo scudetto della storia. Invece, tra tre domeniche chiuderà la sua esperienza napoletana portandosi dietro il rammarico e l’amarezza per un sogno mancato.
Al fischio finale, quei metri che separano il campo di gioco dal settore ospiti sono sembrati chilometri a chi li ha dovuti percorrere sapendo che lì, stipati sugli spalti, c’erano migliaia di tifosi venuti fin quassù per non far mancare il sostegno alla squadra in questo momento di forte tensione. Hamsik, Insigne, Mertens, Callejon e tutti gli altri hanno salutato la gente che ha risposto con un applauso d’incoraggiamento.
Di
Redazione LaViola.it