Due anni fa toccò a Paulo Sousa ridare entusiasmo all’ambiente Fiorentina. Proprio lui che arrivava con l’etichetta di gobbo, seppe attraverso parole, atteggiamenti ed iniziative far dimenticare un’estate difficile dopo l’addio di Montella e dar poi vita a quella splendida creatura che fino a Gennaio fece innamorare Firenze. Il resto sappiamo come è andato a finire con tutti i vari passaggi intermedi sui quali già molto è stato scritto e detto. Ma quell’estate si ripropone adesso. Alcuni interpreti sono più o meno gli stessi. Soprattutto i Della Valle che oggi come allora hanno deciso di fare un passo indietro. Stavolta, rispetto a due anni fa, in maniera ufficiale. L’ambiente è in fibrillazione, stavolta molto più che due estati fa. E a differenza di Daniele Pradè stavolta c’è Pantaleo Corvino che tra cessioni illustri e gatte più o meno grosse da pelare sta per inaugurare la settimana delle partenze dei big. Da Borja Valero che dopo il comunicato della Fiorentina è ormai un giocatore dell’Inter, a Bernardeschi che andrà alla Juventus. Fino a Kalinic, la cui partenza è scontata ma non ancora messa nero su bianco causa mancato accordo col Milan sulle cifre.
L’altro grande interprete è Stefano Pioli. Toccherà a lui così come fece Paulo Sousa portare serenità in un gruppo che a brevissimo si radunerà per iniziare la nuova stagione. Il punto di arrivo per l’ex tecnico dell’Inter, cuore viola, innamorato di Firenze e della Fiorentina, finalmente giunto sulla panchina che sognava, ma nel momento più difficile della Fiorentina post Cecchi Gori. Un gruppo che ripartirà da diversi giovani di ottime speranze, come Hugo, Milenkovic, Gaspar, più tanti ragazzi aggregati dalla Primavera. Con un nuovo leader, Davide Astori, ma soprattutto con una piazza che di questa situazione non ne può più. Divisa più che mai, indispettita, stressata e stremata. Che con grande probabilità quasi diserterà Moena e pure la campagna abbonamenti. Un contesto decisamente complesso nel quale inserire i nuovi acquisti e poter giudicare i propri giovani per Pioli. Con lo stesso tecnico che la corazza l’ha già messa sulle spalle visti gli anni di Roma sponda Lazio e i mesi all’Inter, e che dovrà gioco forza armarsi di buona volontà e gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Per Corvino non sarà certo semplice divincolarsi tra le cessioni di Borja, Bernardeschi e Kalinic. Con il croato che però non sposta troppo gli umori della tifoseria, così come il numero 10 di Carrara della cui simpatia per i colori bianconeri della Juventus ormai sapevano anche i muri e sul quale la sua mossa la Fiorentina l’ha fatta. Ma la partenza dello spagnolo ha tutti i crismi della bomba pronta ad esplodere. E chissà se l’ex Villarreal dirà davvero cosa è successo nella rottura del rapporto con una parte di società. Una delle tante verità che dopo quelle annunciate, ma ancora non arrivate, da parte di Sousa potrebbero destabilizzare ulteriormente Firenze. Ma soprattutto sarà difficile cercare di convincere eventuali arrivi a sposare la causa viola. Già perché dalle cessioni di Borja, Berna, Kalinic e Ilicic entreranno nelle casse gigliate 75 milioni di euro. Una parte servirà per coprire le spese di Hugo, Milenkovic, Vlahovic, Gaspar e Politano, ormai vicinissimo alla Fiorentina, e l’altra per provare a mettere a segno colpi importanti. Ma con la città in ebollizione che appende uno striscione, ma anche due, al giorno di contestazione, una proprietà che si è ritirata a vita privata sull’Aventino per fuggire da critiche ed infamie, ed un futuro quanto mai incerto, l’opera di convincimento che dovrà mettere in essere Corvino è di quelle più ardue.
Peccato, perché nell’anno dei festeggiamenti dei 90 anni, del ritorno in società di Antognoni, dell’arrivo di una guida tecnica veramente motivata e di un po’ di soldi in entrata da due-tre cessioni importati che volevano e vogliono andarsene ormai da tempo, quest’estate poteva essere decisamente diversa. In bocca al lupo Stefano (Pioli ndr).
Di
Gianluca Bigiotti