Le voci di mercato non lo hanno disturbato, ma stavolta il serbo non è riuscito a fare gol. Bello il duello con de Ligt. Corre, lotta, incita la squadra e nel finale rimane troppo isolato
Era uno degli uomini più attesi alla vigilia. E Dusan Vlahovic ha risposto in linea con le aspettative. Come si legge su Repubblica, quello lanciato dal serbo allo Stadium ieri sera è un altro messaggio da professionista che vale la pena sottolineare. A distanza di una stagione il Vlahovic da quel gol contro i bianconeri che di fatto aveva dato il via a un percorso di crescita straripante, l’attaccante viola è tornato all’Allianz Stadium con la consapevolezza di essere diventato un vero centravanti, non solo per l’asta internazionale che si sta scatenando ma anche e soprattutto per il modo di interpretare con maturità un ruolo da sempre delicato.
Dusan ingaggia un duello all’ultimo sangue con de Ligt. Spallate, prese di posizione, ricerca dell’anticipo reciproco, protezione della palla e duelli. Aerei e di piede la differenza è poca, l’importante è primeggiare l’uno sull’altro. Pochi conclusioni degne di nota nel primo tempo, ma il serbo dà però la sensazione di esserci sempre, coinvolto, partecipe nella manovra viola. Nella ripresa continua la sua lotta personale contro la retroguardia bianconera. Ma al 73′ arriva la svolta della partita, il rosso a Milenkovic, e il finale di gara si rivela in apnea anche per i giocatori offensivi. Di lì in poi pochi palloni giocabili, spesso spalle alla porta e distanti anni luce da Perin.
L’immagine delle mani sui fianchi stremato dopo una corsa da solo contro de Ligt è la fotografia perfetta di una gara in cui non va a referto come successo con lo Spezia ma in cui dimostra ancora una volta di essere trascinatore in questa Fiorentina. Vlahovic si dimostra ancora attaccato alla maglia che indossa nonostante le voci di mercato.

Di
Redazione LaViola.it