Lunga intervista di Alfred Duncan a La Gazzetta dello Sport. Il centrocampista della Fiorentina parla anche del tema della lotta al razzismo, a lui molto caro come al presidente Commisso
Queste le parole di Alfred Duncan, intervistato dalla rosea alla vigilia della ripartenza del campionato di Serie A.
Ha combattuto spesso contro il razzismo.
«I razzisti andrebbero isolati. Trovo assurdo che nel 2020 possano ancora essere fatte distinzioni per il colore della pelle, l’appartenenza religiosa, le scelte di vita e altro. Le persone andrebbero apprezzate per quello che fanno, non per come appaiono. Io sono orgoglioso di ciò che sono, delle mie radici così. Quello che mi fa più piacere è che ho visto in questi giorni uomini e donne di tutte le etnie che, pacificamente, sfilano insieme per affermare che siamo tutti essere umani. Un’onda che continuerà finché non verrà sconfitto questo nemico comune a tutti».
Cosa pensa di quello che succede negli Usa dopo l’uccisione di George Floyd?
«Sono molto contento della mobilitazione generale per affermare l’uguaglianza, ma non si può rispondere alla violenza con altra violenza»
Lunedì la Fiorentina riparte col Brescia: sfida delicata..
«Sarebbe fondamentale vincere. Vorrebbe dire ripartire sulla falsariga di quanto stavamo facendo prima dello stop. È una partita molto importante».
Quali sono i problemi a giocare senza pubblico?
«Le emozioni sono diverse. Il pubblico da un’adrenalina diversa, ti sospinge quando non ne hai più. Purtroppo dovremo abituarci, sperando che si possa tornare alla normalità il prima possibile».
Nel Sassuolo aveva il numero 8, che ora è di Castrovilli: perché ha scelto l’88?
«Per andare ancora più avanti, perché mi sento migliorato. Se Castrovilli l’anno prossimo avrà la 10 mi riprenderei volentieri la 8. È un numero che mi ha sempre portato bene».
L’insegnamento più importante che le ha dato Iachini?
«Il mister è un grandissimo lavoratore. Ci dice sempre di mollare nemmeno un centimetro, sia in partita che in allenamento. Personalmente mi ha aiutato tanto dandomi tanti consigli preziosi, sia in fase difensiva che offensiva».
Cosa ricorda del suo breve periodo all’Inter? Occasione persa per la sua carriera?
«No, anzi. L’Inter è stata inaspettata ma bellissima, una società importantissima, al top in Italia ed in Europa. Mi sono allenato con calciatori formidabili, un’esperienza che mi ha permesso di crescere tanto».
Cosa le piace di questa Fiorentina?
«Tutto. C’è un presidente come Commisso che ci tiene tantissimo, ha investito molto ed ha grandi ambizioni per il club. Ci sono le basi per il nuovo centro sportivo, sta facendo di tutto per poter costruire uno stadio nuovo. Sono certo che il futuro della Fiorentina sarà roseo e questo mi entusiasma».
Ha un modello calcistico?
«Guardavo molto Xabi Alonso, ma Guti mi piaceva di più, vista la sua classe infinita. In Italia ho avuto l’opportunità di allenarmi con Thiago Motta, che nel suo ruolo giocava un calcio esemplare».
Tra i giocatori attuali?
«Mi piace molto Asamoah dell’Inter. È un amico ma anche un professionista dal quale potrei imparare tanto, perché è mancino come me e occupa tanti ruoli: è utile per una squadra».
Cosa pensa di Amrabat, dal 2020-21 nella Fiorentina?
«È molto forte, moderno. Sta facendo un campionato di primo livello a Verona, sono certo ci darà un contributo importante per crescere».
Il suo sogno nel cassetto?
«Le coppe europee con la maglia viola e magari anche sollevare un trofeo. Poi mi piacerebbe un Mondiale col Ghana».
Un gol da segnare?
«Quello che vale l’Europa».

Di
Redazione LaViola.it