Rassegna Stampa
Due strade per il dopo Paulo Sousa: traghettatore o ipotesi per giugno
Il punto di non ritorno del rapporto fra la Fiorentina e Paulo Sousa è stato toccato. Sgombrato il campo dai residui (erano davvero pochi) dubbi sulla permanenza del tecnico portoghese sulla panchina viola nella prossima stagione, la dirigenza viola sta già guardando avanti. Corvino in questo momento ha sulla scrivania due ipotesi, due scenari da tenere accesi. Il primo è quello che prevede un cambio immediato dopo un eventuale risultato negativo nella gara di lunedì contro il Torino. Esame da non sbagliare per Sousa, altrimenti sarà capolinea. Il secondo esclude il primo e prevede una permanenza di Sousa fino al termine del campionato, quando la Fiorentina cambierà definitivamente rotta, attuando una rivoluzione tecnica che per il momento è soltanto nella mente di Corvino. Ma andiamo con ordine.
Il cambio immediato. I ribaltoni improvvisi e traumatici non fanno parte della storia del dirigente Corvino. L’uscita dall’Europa League, così traumatica nella forma e nella sostanza, ha però scatenato la contestazione del pubblico viola. La pancia del tifo ha raggiunto il limite di sopportazione.Un elemento questo da non mettere in secondo piano. Per questo la sfida contro il traballante Torino di Mihajlovic (la cui panchina è tutto fuorché al sicuro) deve consegnare una vittoria che scacci la crisi. In caso contrario, la possibilità di un avvicendamento nella gestione tecnica della squadra diventerebbe automatica. Via Sousa e dentro un traghettatori. Ma chi? La soluzione interna potrebbe prevedere la promozione del tecnico della Primavera Federico Guidi, mentre dall’esterno due profili da tenere in considerazione sono quelli di Andrea Stramaccioni e Edy Reja. Su questi nomi però resta un dubbio: sarebbero pronti ad accettare un contratto fino a giugno, senza ‘vista’ sulla conferma per il 2017/2018?
La prospettiva di giugno. Quello di un cambio ‘ragionato’ e ponderato accuratamente nelle prossime settimane è lo scenario preferito da Corvino. I nomi qui sono tutti italiani e già spadellati dopo il ko di Milano. Da Giampaolo a Sarri, da Maran a Semplici, fino a Donadoni. L’ultima candidatura – se vogliamo chiamarla così – è quella connessa al nome di Claudio Ranieri, appena esonerato dal Leicester. Una suggestione, forse eccessiva. Ma in tema di eccessi, purtroppo in negativo, ultimamente la Fiorentina quasi non sorprende più.
