
Lunga intervista del portiere polacco al Corriere Fiorentino. Passato, presente e futuro si mescolano in mezzo alle parole sui compagni di squadra
Questa la prima parte dell’intervista a Bartlomiej Dragowski.
Lei una volta disse: «Un giorno sarò il portiere titolare della Fiorentina». Da dove nasceva tanta convinzione?
«Ho sempre saputo di avere qualità».
Eppure attorno a lei ci sono sempre dei dubbi. Li avverte anche lei?
«Non ci penso. Il mio dovere è lavorare ogni giorno per migliorare, ed è quello che ho fatto sapendo che avrei dimostrato di essere un portiere che può fare la differenza».
Soddisfatto della sua prima parte di stagione?
«Non lo sarò mai al 100%»
Per due anni e mezzo non ha praticamente mai giocato. È stato fatto qualche errore con lei?
«È stata dura, ma ho imparato di più in quei due anni e mezzo che in qualsiasi altro periodo».
Per esempio?
«Che la testa deve essere sempre concentrata sul lavoro. La mia invece non funzionava nel modo giusto. Se inizi a pensare ad altro rischi di fare una brutta fine. In quei momenti hai due strade. Mollare, o sfruttare le difficoltà per crescere. Io, dopo qualche errore, l’ho capito».
Empoli è stata la svolta?
«È stato un momento importante perché per la prima volta ho potuto dimostrare il mio valore»
E ha convinto la Fiorentina a puntare su di lei. Quando gliel’hanno detto?
«Subito, in estate, ho parlato con i direttori, il mister, il preparatore dei portieri e mi hanno detto che per loro ero il titolare».
Eppure lei non sembrava convinto di restare. È vero che aveva altre offerte?
«Ci sono sempre tante voci…».
E lei ha avuto dei tentennamenti, prima di firmare il rinnovo. O no?
«Venivo da due anni e mezzo nei quali non avevo mai giocato. Era normale avere dei dubbi. Poi ho parlato con la società, direttamente, e scegliere è stato facile. Ora sono molto felice».

Di
Redazione LaViola.it