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Drago, leader silenzioso: 51 parate in stagione, spesso decisivo, e rivincite sugli scettici

Dragowski decisivo contro l’Inter. Il suo percorso di crescita continua a suon di prestazioni. La scelta della Fiorentina di puntare su di lui in estate sta pagando

Un anno fa di questi tempi Alban Lafont continuava a non dare risposte soddisfacenti, con i 3 gol presi a Reggio Emilia col Sassuolo sui quali aveva più di qualche responsabilità, mentre Bartlomiej Dragowski guardava dalla panchina le gesta tutt’altro che eroiche del giovane francese senza però giocare mai. Un anno più tardi, il polacco è ancora una volta tra i migliori in campo della Fiorentina.

DA DODICI A UNO Dopo aver fatto la riserva a Sportiello, Lafont e Tatarusanu, Dragowski è ormai una certezza per questa Fiorentina. Anche contro l’Inter è stato decisivo l’estremo difensore viola. Sia volando con le mani per dire di no a Lukaku di testa nel primo tempo, sia con i piedi restando sulle proprie gambe di fronte alla punta nerazzurra nella ripresa. Il tutto dopo aver preso un calcione in piena faccia da parte di Lautaro Martinez. E se la Fiorentina ha un punto in più nella sua ancor mediocre classifica, molto lo deve anche a lui oltre che al siluro al sette di Vlahovic.  Così come contro l’Udinese, quando un minuto dopo il gol di Milenkovic disse di no con un miracolo a Lasagna.

Mentre alla vigilia della gara contro l’Inter Montella aveva voluto sottolineare che la sua Fiorentina è la squadra che concede meno tiri di tutti agli avversari in Serie A, è anche vero che quando gli altri tirano spesso fanno male. Sono infatti 51 gli interventi compiuto da Dragowski in queste prime 16 giornate di campionato. Ed è solamente 15° per parate in Serie A, ma spesso e volentieri sono risultate decisive.

MERITI ALLA FIORENTINA Se su molti acquisti qualcosa non ha funzionato, il merito di aver puntato su Dragowski va ammesso al club viola. Perché la candidatura di Viviano era forte, perché dalla Premier hanno fatto sul serio arrivando ad offrire anche 10 milioni di euro per il cartellino del polacco, e perché puntare su un portiere che solo ad Empoli, in sei mesi, aveva fatto bene deludendo, invece, nelle seppur pochissime occasioni in cui aveva giocato a Firenze, poteva sembrare come un azzardo. E invece, fin qui, la decisione di scommettere su Dragowski sembra aver pagato. Anche se la stagione è ancora lunga.

LEADER SILENZIOSO Che fosse ambizioso lo si era capito subito. Fin dalla querelle con la nazionale giovanile polacca, passando per le tante panchine messe in serie senza batter troppo ciglio. Poi la svolta, col prestito ad Empoli, il rinnovo con adeguamento dell’ingaggio, fino alle risposte date sul campo. E il percorso di Dragowski, il leader silenzioso viola, che su qualche aspetto può e deve ancora migliorare, è solo che appena cominciato.

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