Rialzarsi subito o crollare: il bivio della Fiorentina dopo la batosta di Napoli. L’attesa dei primi acquisti e la vicenda stadio: giorni importanti
Ci sono due modi per reagire dopo un’umiliante batosta: mettere in campo più orgoglio del solito e tanti attributi nella partita successiva, oppure restare in balìa delle difficoltà. Una forbice in cui ‘ballerà’ la Fiorentina. Una Fiorentina imprevedibile capace nel giro di meno di un mese di andare a vincere a Torino contro la Juve per 3-0 e poi di perdere addirittura 6-0 a Napoli. Saprà rialzarsi subito la squadra di Prandelli, che ha visto interrotto nel modo più inatteso un periodo comunque di continuità con i 9 punti nelle 6 partite precedenti?
FALLIMENTO. Già nel lunedì post-batosta c’è stato un confronto all’interno del centro sportivo, perché questa pesantissima battuta d’arresto resti un caso isolato e si riesca a rimettere in campo i valori che si erano comunque visti nelle precedenti gare. Quanto meno nell’atteggiamento. Anche Prandelli evidentemente dovrà far rientrare il suo progetto di vedere una Fiorentina con più qualità in campo, con la conseguente rinuncia all’equilibrio che aveva trovato. A Napoli evidentemente l’idea di mandare in campo Ribery e Callejon insieme da titolari, ma anche Castrovilli, in una partita del genere, è stato fallimentare, perché poi la squadra di Gattuso ha saputo affondare i denti ogniqualvolta riusciva a ripartire (spesso). Certo è che bisogna rialzarsi, perché poi all’orizzonte ci sono due partite fondamentali per la salvezza. Una salvezza che, non bisogna dimenticarlo, resta l’obiettivo principale e unico di questa stagione, che doveva servire in realtà a porre le basi per il futuro e a migliorare la decima posizione della passata stagione. Evidentemente è stato fatto poco di tutto questo, ed è difficile immaginare ora qualcosa su cui poggiare una sorta di progetto nella prossima stagione.
SNODI SALVEZZA. Una prossima stagione che pare un futuro molto lontano per questa Fiorentina, che deve essenzialmente pensare al presente e non fare voli in avanti. L’attualità si chiama Crotone sabato al Franchi e poi Torino venerdì 29 in Piemonte. Due partite fondamentali per la salvezza: il Crotone ha strapazzato nell’ultimo turno il Benevento, ma soprattutto ha spesso dimostrato di essere squadra al di là dei limiti tecnici (e quindi, per una Fiorentina che ancora una volta ha perso se stessa, sarà un esame tutt’altro che semplice da affrontare). Poi il Torino, con il cambio Giampaolo-Nicola in panchina che potrà dare una sterzata quantomeno psicologica dopo lunghi mesi di difficoltà. Una sterzata che la Fiorentina dovrà eppure trovare al suo interno, visto che comunque, per adesso, niente lascia pensare a ribaltoni in panchina. Anche se qualcuno inizia a vociferarlo. Dopo il 5-0 contro la Juve del 2012 arrivò la separazione con Corvino, stavolta si racconta di un Commisso (logicamente) infuriato ma di nessun ribaltone immediato. Dovrà essere Prandelli, con la società e con Commisso, presente qui a Firenze, a trovare le forze e le basi per non dilapidare il vantaggio di 5 punti su Torino e Parma e di 6 sul Crotone.
UN AIUTO DAL MERCATO. E ovviamente la presenza a Firenze di Commisso non può far altro che aumentare l’attesa per possibili acquisti sul mercato. Perché poi, appunto, cambiare qualcosa sul campo in questa Fiorentina si può. E si dovrebbe. Tutte le voci da casa Fiorentina assicurano che ancora fino a domenica non c’erano stati summit decisivi di mercato. Si attendono quindi linee precise per individuare gli acquisti che potrebbero rafforzare questa Fiorentina. Una squadra che evidentemente ha bisogno (anzi, avrebbe bisogno) di diversi correttivi e rinforzi anche per l’immediato. Con tutte le difficoltà però incontrate fin qui: il primo obiettivo Caicedo, del resto, sta sfumando per la volontà della Lazio e di Inzaghi di non privarsene, mentre arrivare al sogno Papu Gomez pare per adesso quasi impossibile (giustamente, ambisce ad altri palcoscenici). Il resto dei profili offensivi, da Inglese a Pavoletti, per un motivo o per un altro evidentemente non convincono in pieno. Mentre Cutrone là davanti è già partito, e Kouame è stato messo ‘in ghiaccio’. Insomma, dopo la ‘sfoltita’ degli ‘scontenti’ Prandelli è ancora in attesa di rinforzi. Magari anche in mezzo al campo.
IL PASSO DI NARDELLA. Sono così giorni intensi per la Fiorentina e per Commisso, che ha dovuto subire, sul campo, le delusioni dal vivo contro Inter e Napoli, mentre fuori dal campo la risposta del Mibact che ha fatto chiudere alla Fiorentina le porte per un intervento sul Franchi. Mentre continua l’attesa per la posa della prima pietra del Viola Park a Bagno a Ripoli (anche ieri un incontro Barone-Casini). E proprio sul Franchi è arrivato un nuovo aggiornamento importante da parte del Comune di Firenze. Con il sindaco Dario Nardella che ha fatto all-in: “Prendiamo atto della decisione della Fiorentina di considerare il Franchi un capitolo chiuso. Faremo quindi noi il lavoro di restyling. Il progetto è molto ambizioso, faremo una cosa all’altezza di Firenze. Uno stadio che risalterà in tutto il mondo. Vogliamo iniziare i lavori entro la fine del mandato (2024, ndr). Mi gioco tutta la mia credibilità di sindaco. Se non si farà lo stadio, l’unico responsabile sarò io”, ha detto il primo cittadino di Firenze in una lunga conferenza. Un passo importante da Palazzo Vecchio, che comunque assicura la stretta collaborazione con la Fiorentina per l’ambizioso progetto.
CAMBIO DI PROSPETTIVA. Nardella ha elencato modalità, tempi e costi indicativi di intervento, ovviamente sarà il tempo a dire se si tratterà di un nuovo ‘buco nell’acqua‘ per una questione stadio che va avanti da decenni, o se potrà essere la svolta. Di sicuro, però, si apre un filone diverso rispetto a quanto spiegato da Commisso fin dal suo arrivo a Firenze. Visto che più volte, anche tramite conferenze stampa dettagliate, il presidente viola aveva fatto capire chiaramente come una crescita sportiva della Fiorentina dovesse passare per forza da una crescita economica, a sua volta legata indissolubilmente alla creazione di infrastrutture di proprietà del club. “Altrimenti si rischia di vivacchiare”, aveva detto Rocco. Ovviamente per aumentare introiti, fatturato e parco patrimoniale una mano può arrivare dalla realizzazione del centro sportivo a Bagno a Ripoli, che però non potrà prevedere ovviamente le entrate commerciali che invece erano prima nel progetto di Commisso alla Mercafir, e poi soprattutto nell’idea che si era fatto dell’area Franchi.
COME REAGIRA’ ROCCO? Di fatto Commisso ha chiuso l’idea di restyling Franchi da parte della Fiorentina anche (e soprattutto) per l‘impossibilità di buttare giù lo stadio e realizzare tutta la cittadella con area commerciale annessa (e parte fondamentale del progetto). A tal proposito, sottolineato da Nardella oltre che dal Mibact, ha sorpreso il fatto che la Fiorentina non abbia presentato al Ministero anche la valutazione economica sull’area Franchi, in caso di ristrutturazione ‘pesante’ come immaginata da Commisso. In ogni caso, con il percorso stilato da Nardella, si apre quindi un nuovo capitolo della vicenda stadio. Uno stadio che però, in ogni caso, non sarebbe di proprietà della Fiorentina (e anzi prevederebbe dei costi maggiori di affitto per la società viola). Con tutti i mancati benefici per la Fiorentina che Commisso ha spiegato chiaramente a suo tempo. Un fattore nuovo nell’idea che aveva Rocco al suo arrivo a Firenze un anno e mezzo fa. E ci sarà da capire, adesso, la reazione di un Commisso già ampiamente deluso e amareggiato per la situazione, sul campo e fuori, all’ennesima novità e all’ennesima deviazione rispetto a quanto pensava di poter fare a giugno 2019.
Di
Marco Pecorini