Come riporta La Repubblica Firenze, Grazie. Ecco, tutto qui. C’è sincerità, c’è voglia di dire ai ragazzi che sono stati davvero bravi ad arrivare fino a qui. È stata una strada dura. Una salita ripida di quelle che se smetti di pedalare poi non riparti più. Giusto dire grazie, giusto esserci oggi, al Franchi, per far capire ai giocatori della Fiorentina che ciò che hanno fatto non è passato inosservato: piangere, confondersi, stringersi, ripartire, non fermarsi. Mai. Neanche quando sono arrivate due sconfitte a interrompere la folle rincorsa.
Dopo il Sassuolo la Fiorentina è ripartita: stesso orgoglio, stessa voglia di spaccare il mondo, quella che aveva ribaltato tutto dopo quel maledetto 4 marzo, quella ventisettesima giornata da cui la squadra di Pioli sarebbe ripartita verso il suoi traguardi del cuore. Dai nove punti di distacco dalla zone Europa, dal Milan e dalla Samp, alla possibilità di giocarsi tutto nelle ultime due giornate, col Cagliari al Franchi e la sfida finale a San Siro. Con la Samp fuori gioco e il Milan ( oggi a Bergamo per lo scontro diretto) che ha l’umore sotto i tacchetti dopo le sberle rimediate nella finale di Coppa Italia. E così la Fiorentina ci prova, e la sua volata è come quella del giro o del tour: si spinge sui pedali in mezzo agli applausi della gente. Una festa popolare, il calcio è questo. No, lo sarebbe, se non fosse rimasto impantanato dall’avidità che lo domina e lo guida.
Solo il sentimento umano è capace di ridare colore alle emozioni, e purtroppo la Fiorentina loha trovato laggiù, in fondo a un burrone esistenziale imprevisto e imprevedibile. Da lì è cominciato un campionato diverso, quello che i giocatori della Fiorentina hanno iniziato a vivere sfidando le proprie insicurezze, le proprie paure. E una squadra con un obiettivo nobile ( il più nobile), come quello di onorare la memoria del compagno, dell’amico, del capitano, avrà sempre qualcosa in più degli altri. Dai ragazzini ai veterani, nessuno poteva fare un passo indietro o di lato. La costruzione di questa ripartenza è nata dall’umanità, quella che nel calcio si perde chissà dove, nascondendosi dietro a conti milionari o a luoghi comuni su vite fatte di lusso e superficialità. Che il calcio viva spesso di eccessi è un dato di fatto, ma davanti a certi eventi un ragazzo è un ragazzo e basta, con le fragilità e la confusione nel cuore come qualunque suo coetaneo. Il gruppo che si è creato in quei giorni disperati ha generato qualcosa di prezioso. Dalla proprietà, ai giocatori, passando per lo staff tecnico e Firenze, quella che si è messa in coda davanti alla camera ardente o ha riempito piazza Santa Croce nel giorno dei funerali. E questa è la ragione per cui Pioli ha invitato tutti al Franchi per questa ultima partita casalinga della stagione.
Di
Redazione LaViola.it