Connect with us

Notizie

Donadel: “Giovani? Qui contano i trofei, siamo 20 anni indietro. Ho vissuto anni d’oro a Firenze”

Donadel e Puggioni

L’ex centrocampista ed ex allenatore del settore giovanile viola ha parlato del nostro calcio in generale. E sugli anni alla Fiorentina…

Marco Donadel, ex centrocampista viola ed ex allenatore delle giovanili gigliate, ha parlato a Cronache di Spogliatoio del nostro calcio e dei suoi ricordi alla Fiorentina: «Spero in un progetto che mi stimoli e creda in me. La mia squadra giocherà un calcio offensivo, con ritmo e dinamicità come parole d’ordine. Italia? La salute calcistica di un paese parte dai settori giovanili. In Italia siamo fermi, indietro di vent’anni e restii al cambiamento. Spieghiamo tanto e facciamo poco. Nel resto d’Europa vanno a mille all’ora, sbagliano, sperimentano e alla fine ottengono risultati».

DISTANZA. «Hai presente la stanza dei trofei dell’Ajax? Non ci sono tanti trofei vinti a livello giovanile, ma ci sono le foto di tutti i giocatori che sono arrivati in prima squadra. E la parete è piena. Perché lì, se hai 15 anni e sei forte, giochi con quelli di 18 non con i tuoi coetanei. Vedi poi come si capisce quanto vale il ragazzo. Da noi invece i ragazzi più bravi vengono coccolati, si punta a vincere il campionato di categoria. Poi novanta volte su cento alla prima esperienza fuori si fallisce, perché non si è abituati. Non voglio generalizzare, ma quando vai fuori te ne rendi conto. Il calcio va al doppio della velocità, ma soprattutto ci si allena almeno dieci ore in più a settimana. È questo che fa la differenza».

FIORENTINA. «Alla Fiorentina ho passato anni d’oro, vivo ancora a Firenze. È una città che porto nel cuore, da una tifoseria unica a una squadra che vinceva e faceva divertire. Un’immagine? Noi che corriamo tutti ad abbracciare Santana dopo un rigore decisivo a Goodison Park contro l’Everton. Era stata una battaglia, vinta grazie alla forza del gruppo. Quello credo fosse il nostro segreto».

MUTU. «Non posso non citarlo. Era un fenomeno in campo, ma si pensano tante cose sbagliate su di lui dal punto di vista personale. Ha sempre avuto questa fama del bad boy, forse un po’ gli piaceva anche, ma non è così te lo assicuro. In allenamento era il primo a guidare il gruppo, a organizzare le cene ed era sempre protagonista in spogliatoio. Non voleva mai perdere neanche nelle partitelle, vedessi come si incazzava. Urlava, correva per due, dava tutto».

20 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

20 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Notizie

20
0
Lascia un commento!x