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Donadel: “Allenare nel settore giovanile della Fiorentina mi ha dato tantissimo”

Silvano Galassi

Le dichiarazioni dell’ex centrocampista ed ex allenatore delle giovanili viola

Reduce dall’esperienza in Russia da vice di Vanoli, Marco Donadel si è raccontato a Gianlucadimarzio.com: “Allenare il settore giovanile della Fiorentina mi ha dato tantissimo. Credo debba diventare un passaggio obbligatorio per chiunque abbia voglia di allenare, perché i ragazzi ti trasmettono un entusiasmo unico. Adesso mi sento pronto per prendere la mia carriera in mano. Vorrei fare il primo allenatore e vorrei farlo con un progetto che mi piaccia”.

ESPERIENZA ALL’ESTERO. “Lo scorso anno mi ha chiamato Vanoli per andare allo Spartak Mosca con lui. Sono rimasto lì fino a giugno 2022 come suo vice. Mi ha convinto con il suo progetto. Allenare all’estero mi piace e infatti in 7 giorni a Londra ho visto 16 partite: di ogni categoria. L’anno scorso ho girato anche di più: Spagna, Svizzera e Austria. Perché viaggiare apre la mente e la riempie di visioni diverse”.

MODELLI E IDEA DI CALCIO.Mi piace molto il gioco di Pioli, così come quello di Tudor. Il loro è un calcio molto intenso e diretto. Mi piace il ritmo, il pressing. Fare gol con due passaggi mi fa godere di più di farne uno dopo 80 passaggi. Nella mia squadra vorrei giocatori di intensità, gente che ci mette ritmo dall’inizio alla fine. Ogni giocatore deve saper fare tutto e sempre con tanto coraggio. Mi sento pronto ma non ho problemi a fare la gavetta e in particolare mi piacerebbe farla all’estero: il top sarebbe in Inghilterra, anche in una categoria bassa. È un calcio semplice, spettacolare, pochi tatticismi”.

LAVORARE SULLA TESTA. “Mi piacerebbe migliorare la parte psicologica e mentale dei giocatori Quando giocavo non c’era nessuno che si poneva questo problema. Nessuno si chiedeva cosa hanno in testa i giocatori. Mentre secondo me dovrebbe essere la prima preoccupazione di un allenatore e di una società: i giocatori sono un loro patrimonio. Collaboro già con un professionista molto esperto in materia, uno psichiatra, che mi darà una mano se avrò la possibilità di averlo nello staff». E poi batte ancora sull’argomento. «Il calcio è un po’ restio a far entrare questo tipo di discorsi, ma è il futuro. Ne sono sicuro. Ci sono oramai mille esempio, prendiamo Haaland: è cresciuto con gli attacchi d’ansia e ne è uscito da piccolo lavorando tanto sulle sue emozioni

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