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Domenica spartiacque: la salvezza, l’ex Prandelli, la cessione e il futuro (anche politico)

Il Franchi teatro di una domenica che segnerà un limite, un prima e un dopo: sul campo e fuori, tempo di verdetti e scelte per il futuro.

Lo stadio pieno, un’attesa (anche se l’avremmo evitata volentieri) che si è protratta per tutta la settimana, l’ultimo atto della Fiorentina con il numero di Astori tatuato (e non in senso figurato) sulla pelle, e l’ultima volta al Franchi per la maggior parte dei protagonisti che scenderanno in campo. A chiudere il cerchio c’è il rivale, che in realtà è pure un vecchio amico come in ogni racconto che si rispetti. E poi c’è l’anatema di re Diego che ha caricato «il minuto dopo la fine del campionato» di un significato quasi mistico. Così scrive il Corriere Fiorentino.

SPARTIACQUE. Il Franchi sembra pronto a ospitare quello che ha tutto il sapore di essere un episodio finale. Che sia di un’era (quella dei Della Valle a Firenze) o solo di una stagione (quella dell’autofinanziamento senza se e senza ma che tanto bene, a livello sportivo e societario, non ha fatto) resta ancora una grande incognita. Certo, per restare nella metafora, di spoiler negli ultimi giorni ne sono circolati parecchi. Dal filone catastrofico (squadra in serie B e società affidata a una sorta di amministrazione controllata), a quello più gettonato ma forse banale (l’annuncio della messa in vendita della società) fino a quelli in grado perfino di riaccendere gli entusiasmi (rilancio d’orgoglio della famiglia Della Valle e costruzione di una rosa in grado di inaugurare un nuovo ciclo e riacciuffare l’Europa). Di certezze però poche o nessuna.

FUTURO E POLITICA. Se è vero che ad annunciare l’intenzione di fare chiarezza non appena raggiunta la salvezza è stato proprio Diego Della Valle, non è così automatico che tutto accada davvero tra domenica sera e lunedì. Annunci clamorosi (dalla messa in vendita della società all’ultima parola sulla questione stadio) non possono prescindere totalmente dalla parte istituzionale della città. E tra domenica e martedì tutti i riflettori saranno per forza puntati sullo spoglio delle schede elettorali e poi sulla proclamazione dei risultati per il nuovo sindaco.

CESSIONE. C’è poi la questione relativa alle reali intenzioni dei Della Valle. Che se da una parte hanno fatto a più riprese capire di essere stanchi del mondo del calcio (e di volersi concentrare totalmente sulle proprie aziende in un momento complicato per l’economia), dall’altra hanno sempre ribadito di non essere disposti a cedere a qualunque prezzo e a chiunque si presenti. Figuriamoci poi se sotto pressione di una piazza che, dal punto di vista della proprietà, appare fin troppo ingrata.

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