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Domenica a pranzo per gustare la sfida Cerci-Fiorentina… è lui l’uomo da temere

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Il gennaio viola – mettendo da parte la ‘sfiga’ che perseguita la società viola e i suoi maggiori interpreti – è iniziato bene dal punto di vista dei risultati. Decisamente meglio di un anno fa, quando il 6 gennaio la squadra di Montella uscì sconfitta dal Franchi contro un fortunato Pescara (0-2), per poi perdere il 13 gennaio al Friuli contro l’Udinese di Guidolin (3-1), e uscire dalla Coppa Italia il 16 gennaio, sconfitta in casa dalla Roma di Zeman ai tempi supplementari (0-1). Tre sconfitte consecutive inaugurarono il 2013, prima di fare il primo punto dell’anno il 20 gennaio a Firenze contro il Napoli. Il 2014, invece, niente panettoni e pandori indigesti… la Fiorentina ha iniziato il nuovo anno con due vittorie consecutive: contro Livorno il 5 gennaio (1-0, in campionato) e contro il Chievo Verona l’8 gennaio (2-0, in Coppa Italia). Ora, per mantenere il passo di chi la precede in classifica e cercare di avvicinarsi ulteriormente al 3° posto, pressando il Napoli, la Fiorentina dovrebbe vincere domenica a Torino contro i cugini granata per inanellare il 3° trionfo consecutivo del 2014. E per vincere senza Rossi e senza Gomez, sarà importante trovare un nuovo ‘uomo-gol’ tra quelli a disposizione di Montella e… continuare a non subire gol, limitando principalmente l’ex di turno: Alessio Cerci, ovvero l’uomo più pericoloso del Toro.

ATTENZIONE ALLA ZONA-CERCI. Basta scorrere un po’ la rosa del Torino di Ventura per capire che l’uomo da temere sarà lui. Lui e… la sua voglia di dimostrare ancora una volta che a Firenze, qualcuno, aveva fatto male i conti sulle sue qualità. Lui che… sogna il Mondiale e che può conquistarlo solo attraverso prestazioni costanti e importanti con la sua squadra di club. Lui che… ha segnato il suo primo gol in campionato con la maglia del Torino proprio contro la Fiorentina, il 25 novembre del 2012 (nel match finito 2-2). Lui che… guai a lasciarlo partire in velocità sulla destra, farlo frenare, rientrare e lasciargli lo spazio per calibrare il velenoso sinistro al giro da quella che, ormai, è possibile ribattezzare ‘zona-Cerci’. Insomma, il numero 11 granata è estro e talento allo stato puro, è fantasia e classe, è genialità e istintività. E soprattutto è colui che ha messo a segno già 9 reti in 18 partite (una ogni due gare, media da attaccante vero), e offerto ben 7 assist vincenti ai compagni. Numeri che raccontano di un giocatore che, all’ombra della Mole, non porta gatti al guinzaglio, non festeggia compleanni in compagnia di pernici e compagni alticci, né litiga con vigili o vigilesse, bensì sta trascinando a suon di tocchi di classe e in punta di piedi la squadra di Torino (perché Torino è stata e resterà granata, sentiremo cantare dagli ultrà all’ora di pranzo domenica…) in posizioni di classifica assolutamente inaspettate all’inizio del campionato (attualmente 7ª con 25 punti). 

UN ESTERNO CHE VALE. Certo, Firenze non rimpiange il ragazzo di Valmontone, perché avere nelle proprie file un funambolo come Cuadrado e una ‘riserva’ come Joaquin (viene quasi da sorridere a chiamarlo così, tanta è la sua eleganza), non è cosa da tutti. Però… però Cerci è un esterno che vale. Se ne facciano una ragione coloro che lo giudicavano per il suo carattere (dicono) difficile. È un esterno che, già in riva all’Arno, nonostante le difficoltà ambientali (per colpe reciproche: di giocatore e ambiente) e quelle tecniche di una squadra al ‘collasso’, aveva fatto intravedere tutte le sue qualità che, col tempo e in un ambiente che gli calza a pennello, sono addirittura migliorate, tanto da sfiorare la perfezione. Tanto da averlo fatto indossare per ben 9 volte la maglia della Nazionale maggiore nel 2013. Tanto che il costo del suo cartellino è assolutamente lievitato (si parla di una cifra che si aggira intorno ai 18 milioni di euro). Tanto che è finito per diventare uno dei giocatori più ambiti sul mercato dai top club italiani (c’è perfino chi parla e scrive di un probabile clamoroso ritorno a Firenze). Servirà dunque la massima attenzione da parte della retroguardia viola per limitarlo. Serviranno corsa, fiato e lucidità, affinché non ci purghi ancora… E non c’è da credere a chi parla di un litigio con Ventura, prontamente smentito dal giocatore: queste notizie confondono, ingannano, illudono, disorientano. La realtà è che il ‘brutto anatroccolo’ criticato a Firenze è diventato un gran bel cigno. Elegante e imponente. E a quel cigno dovranno stare attenti Pasqual & Co. Il mercato e le storielle di presunti ritorni contano poco. E semmai ce ne preoccupiamo dopo. Prima ci sono i punti. Quelli per la Champions.

 

Autore: Michela Lanza – Redazione LaViola.it
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