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Domani il decennale di Fiorentina-Juventus 4-2. Ambrosini: “Fu tutto incredibile. E mi costò una… cena”

Ambrosini

Domani ricorrerà il decennale del 4-2 alla Juventus (20 ottobre 2013) firmato da Pepito Rossi e Joaquin

Oggi sulle pagine de La Nazione parla Massimo Ambrosini, che iniziò da titolare quella partita.

Massimo Ambrosini, corre e vola in fretta il tempo eh?
«Assolutamente in fretta. Sempre».

E quindi sono già 10 anni, domani, da quel Fiorentina-Juventus 4–2: se lo ricordava?
«Altro che. Coma fai a dimenticare quella partita. Quella botta di emozioni che ci regalammo, quel 20 ottobre del 2013».

Il suo ricordo, poi, arriva con un paio di punti di vista assolutamente originali…
«Beh, il primo è che fui costretto a vivere il ribaltone dallo spogliatoio. Ero titolare, mi feci male quando la Juve era sul 2-0, quindi nel secondo tempo non rientrai in campo».

Rimase nello spogliatoio e…
«Fu tutto incredibile. Ve lo assicuro. Ero con il fisioterapista, ci fu un primo boato, poi un secondo ancora più forte… Il finimondo. Ogni trenta secondi. Veniva giù lo stadio, io e il fisio ci guardavamo per chiederci: ma che succede?».

Non le venne la tentazione di risalire la scala e affacciarsi sul campo?
«Ma no. Questione di scaramanzia. Avevo capito che la Fiorentina stava facendo qualcosa di miracoloso e che quindi era meglio rimanere lì a godersela, senza interrompere quel fluido positivo».

Poi, il fischio finale: Borja, Cuadrado, Pepito, Joaquin, magari fu proprio uno di loro a correre da lei per raccontare, no?
«Macchè, loro, la squadra arrivò dopo. Erano sotto la curva a festeggiare con la gente, con i tifosi. Furono il preparatore atletico, i magazzinieri ad arrivare per primi e dirmi dello spettacolo che era andato in scena sul campo».

E siamo alla pillola numero due che lega Ambrosini a quel mitico 4-2: la racconta lei?
«Certo. Avevo fatto una promessa. La promessa che avrei pagato io la cena a tutti in caso di vittoria sulla Juve. Quindi…».Quindi?«Sono venuti tutti a casa mia, in quella fantastica casa che avevo a Firenze e abbiamo… degnamente (ride ndr) celebrato il risultato. Avevo fatto venire un ragazzo a cucinare… ho offerto tutto io, lui ha preparato e siamo stati alla grande».

E alla fine un bel conto da pagare…
«Mi ricordo bene anche quello, sì (un’altra risata ndr), ma ne valse la pena. Mica avevamo vinto una partita qualunque».

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