Rassegna Stampa
Dodò il trascinatore della Fiorentina: per Italiano è imprescindibile
Le gioca tutte e da qualche mese sta dimostrando il suo vero valore: anche contro l’Atalanta è stato tra i migliori in campo
Spacca le partite, Dodò. Che poi è il vero e unico modo per trasformare e plasmare nel modo giusto quegli allenamenti massacranti firmati Italiano. «Il mister è un martello – raccontò il giocatore in un’intervista fiume –. Non mi da’ tregua. Mi dice di spingere, di rientrare, di tagliare il campo… Insomma, devo fare tutto senza respiro». Scrive La Nazione.
Sorrideva mentre diceva questo, il brasiliano, consapevole che prima o poi il lavoro e le pressioni di Italiano lo avrebbero fatto diventare il campione che era stato fino a qualche tempo fa. E che ancora, a Firenze, non aveva fatto capolino. Ed eccolo qui il Dodò voluto e plasmato da Italiano. Lui, Frecciarossa viola che anche lunedì sera è stato bravo a far saltare geometrie e nervi a quella parte di Atalanta che incrociava la sua posizione. I suoi spazi.
Il brasiliano è stato attento nell’uno contro uno, nel prendersi il pallone e spingerlo al massimo nella direzione dell’area e della porta nerazzurra. Ci sono dei numeri, delle statistiche ’tracciate’ attorno alla sua prestazione con l’Atalanta, che spiegano ancora meglio il valore della prestazione (e del momento) del calciatore sudamericano. Eccoli: Dodò contro l’Atalanta ha toccato 106 (sì, centosei) palloni. Roba da matti, verrebbe da esclamare dopo che essere andati a rileggere lo score di qualcuno dei suoi rivali diretti, ovvero gli uomini-fascia nerazzurri. Maehle, l’autore del gol dell’Atalanta, di palloni ne ha toccati 57 (niente rispetto a Dodò). E ancora meno Zappacosta (50).
Altri numeri su cui riflettere?
Certo. Dodò ha vinto undici dei 15 duelli, uno contro uno, che lo hanno visto protagonista. Mentre i suoi passaggi per far ripartire l’azione sono stati 72. Dei quali 54 andati a buon fine. Frecciarossa lo controlli male e se n’è accorto subito anche Gasperini che le partite le sa leggere. All’allenatore dell’Atalanta sono bastate un paio di incursioni del brasiliano per gridare ai suoi che quello lì, quel Dodò, era da controllore con attenzione. Bisognava soprattutto togliergli spazio.
Facile a dirsi certo, più complicato trasformare in pratica la teoria tattica di Gasp. E poi, ma quanta energia ha dentro Dodò? Le cavalcate messe in fila nella prima parte del match potevi e puoi rivederle quando siamo già in zona recupero. Divertente e bello a vedersi. Frecciarossa sembra tornato davvero quello il Bayern Monaco inseguiva. E aveva chiesto alla Shaktar qualche stagione fa. Quello che costava 30 milioni e che Firenze avrebbe potuto solo sognare. Ma oggi Dodò e Firenze lo applaude. Altro che sogno impossibile.
