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Dischetto maledetto: senza Nico sbagliata la metà dei rigori. Ora serve una gerarchia

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L’errore di Ikoné è stato pesantissimo, così come quello di Bonaventura contro il Sassuolo. Ma il paradosso sta in Coppa Italia…

“In tanti restano a tirare a fine allenamento, in partita calcia chi se la sente”. Lo ha ripetuto Italiano sia dopo il Sassuolo, quando a sbagliare era stato un leader come Bonaventura, sia dopo l’eliminazione dalla Supercoppa, dove la Fiorentina si è spenta sull’errore dal dischetto di Ikoné. “Non si può togliere la palla a un ragazzo che li batte bene ed è in fiducia in quel momento”, ha aggiunto il tecnico sul francese. Fatto sta che non avere gerarchie sui tiratori dagli undici metri, quando invece la preparazione è maniacale (nel senso buono e giusto del termine) su tutti gli altri aspetti della partita, stona e alla fine penalizza parecchio una squadra che, oltretutto, fatica sempre immensamente a crearti occasioni. E se fallisci anche quelle potenzialmente più facili…

ERRORI E UN PARADOSSO. Il rigorista ufficiale della Fiorentina è Nico Gonzalez. Lo sanno tutti. Il problema però è che l’argentino è fuori da un mese, e anche quando rientrerà potrebbe non giocarle tutte per intero. Insomma, già dopo l’errore di Bonaventura con il Sassuolo doveva scattare un campanello d’allarme. Con Nico fuori, quest’anno hanno battuto i rigori ben cinque giocatori diversi: Nzola (che ne ha segnati due su due), Beltran, Sottil (anche loro a segno), più i già citati Bonaventura e Ikoné (che prima di ieri aveva segnato 3 rigori su 3 in carriera, ma l’ultimo l’aveva calciato tre anni fa). Non solo, perché in Coppa Italia i tiratori sono cambiati ancora: Biraghi, Kouame, Milenkovic e Beltran contro il Parma, Mandragora, Arthur, Milenkovic, Mina e Maxime Lopez contro il Bologna. Tutti a segno nei rigori finali, e questo è un paradosso se si pensa alle occasioni perse invece tra campionato e Supercoppa.

12 TIRATORI DIVERSI. Insomma, dopo Gonzalez, ben 12 tiratori diversi tra tempi regolamentari e rigori finali. Possibile che si fermino in tanti a fine allenamento a tirare i rigori, ma così facendo ci immaginiamo lunghe code davanti a Terracciano, Christensen e agli altri portieri durante le sedute. Però ora serve porre più attenzione a questo aspetto, che diventa sempre più importante. Il “tira chi se la sente” non paga, è troppo soggetto all’emozione del momento.

SENZA NICO CHE GUAI. Da quando è iniziato il ciclo Italiano la Fiorentina ha beneficiato di 31 rigori durante i tempi regolamentari, sbagliandone 8 su 31, ovvero il 26% del totale: non il massimo. La statistica si fa però preoccupante se si considerano i rigori non tirati da Gonzalez, dal post-Vlahovic (il serbo, finché c’è stato, era anche lui una sentenza): in due anni e mezzo la Fiorentina ne ha sbagliati ben 7 su 15 tra Biraghi (2), Jovic, Piatek (2) e ora Bonaventura e Ikoné. Quasi la metà di quelli calciati. Nico da quando è in viola ha segnato 10 rigori su 10, 18 su 19 in tutta la sua carriera. Un cecchino. Ora però serve trovare una gerarchia alle sue spalle.

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