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Diritti Tv, MediaPro attacca Sky e spiazza la Lega Calcio: niente fidejussione

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Come riporta La Gazzetta dello Sport, la guerra dei diritti tv continua a riservare colpi di scena. Ieri scadeva il termine per la presentazione della fideiussione di 1 miliardo più Iva da parte di Mediapro, ultimo adempimento finanziario del contratto con cui la Lega ha ceduto al gruppo catalano, in veste di intermediario, la licenza per le dirette pay del campionato 2018-21.

Ebbene, dopo una giornata di estenuante attesa, alle 21.12 Mediapro diffonde un comunicato in cui sostanzialmente dice alla Lega: abbiamo le garanzie ma ve le daremo solo quando disporremo dei diritti, vista la sospensione della rivendita fino al 4 maggio decisa dal Tribunale di Milano su ricorso di Sky, e sappiate che ve le presenteremo immediatamente se decideste di creare con noi il canale tematico. La Lega, spiazzata come i club, ha risposto «di aver ricevuto una serie di documenti e certificazioni da parte di Mediapro che sono attualmente al vaglio degli organi e dei legali della Lega». Insomma, via Rosellini temporeggia in attesa di una presa di posizione prevista per oggi.

Solo otto giorni fa, nel corso dell’ultima assemblea di Serie A, Jaume Roures, il socio fondatore di Mediapro, aveva chiesto appositamente di intervenire per tranquillizzare le società, in agitazione dopo il contenzioso legale aperto da Sky e il congelamento del bando varato dagli spagnoli. Un blitz di cinque minuti in cui Roures aveva confermato che avrebbe rispettato gli impegni finanziari e versato la fideiussione entro il 26. Nulla di tutto questo.

Ecco il contenuto integrale della nota di ieri sera di Mediapro: «Il gruppo Mediapro ha certificato alla Lega di avere le garanzie richieste attraverso la consistenza patrimoniale della sua società madre, integrata dal pagamento anticipato dei diritti. Con questa certificazione, Mediapro dimostra il suo impegno a rispettare le condizioni stabilite nell’assegnazione dei diritti della Serie A per le prossime tre stagioni. La situazione giuridica creata pretestuosamente da Sky per difendere la sua posizione privilegiata nel mercato italiano, impedisce che la Lega possa garantire a Mediapro «la piena ed incontrastata disponibilità dei diritti audiovisivi oggetto del pacchetto».

Mediapro fornirà le garanzie necessarie alla Lega quando potrà disporre di tali diritti. Nel caso in cui la Lega decidesse di creare, insieme a Mediapro, un canale proprio per la distribuzione dei diritti della massima competizione italiana, Mediapro presenterebbe le garanzie in maniera immediata, perché i diritti non sarebbero più soggetti ad alcuna risoluzione giudiziaria».

Roures ha sbagliato, se non altro dal punto di vista dell’immagine e della trasparenza, a promettere qualcosa che sapeva di non poter (o voler) mantenere. Lo stesso commissario Giovanni Malagò, alla fine dell’assemblea, aveva detto: «Ci ha tranquillizzati, il 26 verrà depositata la fideiussione».

Il fatto che ieri la garanzia non sia stata materialmente rilasciata, tuttavia, non dipenderebbe da difficoltà finanziarie. Il gruppo Mediapro, la cui maggioranza è stata di recente rilevata dal fondo cinese Orient Hontai Capital, può vantare una solida consistenza patrimoniale che renderebbe pure ininfluente la fideiussione, visto anche il versamento dell’anticipo di 64 milioni. Se gli spagnoli hanno agito in modo così apparentemente schizofrenico, è perché c’è una strategia dietro.

La guerra è con Sky, il principale distributore del calcio in Italia. Una guerra di prezzi, dal momento che con un intermediario di mezzo i margini si assottigliano, e di opportunità, poiché Mediapro nel suo bando ha concepito prodotti audiovisivi da 270 minuti (con pre e post partita) da offrire chiavi in mano alle piattaforme, in modo da gestire autonomamente i contenuti editoriali e la pubblicità. Proprio uno dei punti sollevati dal ricorso di Sky.

Adesso Mediapro ha svelato le sue carte: agita le garanzie finanziarie, che tanto fanno comodo ai club, come arma di ricatto condizionata alla piena disponibilità dei diritti, ed esprime chiaramente l’ambizione mai sopita di realizzare il canale, che non è contemplato nel bando vinto e che potrebbe entrare in gioco solo se la Lega decidesse di rientrare nella titolarità delle licenze. A quattro mesi dall’avvio del prossimo campionato, regna la totale incertezza sulla sua copertura televisiva. E nemmeno le squadre, abituate di questi tempi a farsi scontare dalle banche i futuri proventi, possono stare tranquille.

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