Sì, va bene Neymar, vanno bene i nuovi stadi lasciati in eredità da Euro 2016, ma com’è che la Ligue 1 vale – televisivamente parlando – più della Serie A? Il contratto appena firmato dalla Ligue 1, che come scrive La Gazzetta dello Sport è sempre stata fanalino di coda tra le top d’Europa, lascia l’amaro in bocca ai dirigenti italiani. Perché Mediapro, grande vincitrice dell’asta francese di martedì, è la stessa che il giorno prima si era vista rescindere l’accordo con la Serie A per insufficienti garanzie. E così, mentre il prossimo campionato di A resta ancora senza copertura tv a meno di tre mesi dal via, quello francese è stato blindato a lungo termine, con la svolta del canale tematico sul modello della Liga spagnola. Il ciclo 2020-24 della Ligue 1, relativamente ai diritti domestici, è stato aggiudicato per 1153 milioni a stagione: all’incirca 780 da Mediapro, 320 da beIN Sports e 50 da Free.
Così la Ligue 1 ha compiuto un balzo del 60% (726 milioni nel 2016-20). È sorpasso sulla Serie A che nel 2015-18 si è vista recapitare da Sky e Mediaset 945 milioni a stagione e che, per il ciclo 2018-21, al termine delle trattative private di gennaio aveva ricevuto offerte combinate di 830 milioni da parte delle due pay tv, addirittura al ribasso. Dopo aver risolto il contratto con l’intermediario Mediapro che aveva posto l’asticella a 1050 milioni, le nuove trattative private – a meno di un clamoroso rientro degli spagnoli – dovrebbero portare a un incasso di 950-970 milioni. In pratica, circa 200 milioni in meno della Ligue 1.
È vero che si tratta di cicli commerciali diversi e che la A ha tutto il tempo per recuperare, ma è altrettanto vero che le ultime vicende, considerando anche la gestione complessiva dei diritti tv (a cominciare dall’asta di un anno fa), suonano come un’occasione mancata per la Lega. Il calcio, nel senso di industria dell’intrattenimento, cresce dappertutto a ritmi vertiginosi, tranne che in Italia.

Di
Redazione LaViola.it