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Dino Baggio: “Facevamo flebo, senza sapere cosa c’era. Non doping, ma comunque farmaci. E l’erba del campo aveva un odore acre strano”

Dino Baggio

Dino Baggio torna sul tema doping, flebo, e malattie che nel calcio hanno portato via diversi calciatori in età molto giovane, ultimi su tutti Mihajlovic e Vialli

Fanno discutere le dichiarazioni di Dino Baggio alla televisione privata veneta Tv7 di ieri, tema sul quale è tornato a parlare lo stesso calciatore ex Parma e Juventus, oltre che della Nazionale, stamani a vari quotidiani, tra cui la Gazzetta Dello Sport: “Io volevo dire “antidoping”, e non “doping”. Infatti ho aggiunto che robe strane non ne abbiamo mai prese, perché non si poteva: c’erano i controlli. Mica si scherzava. È un errore che nasce dalla consuetudine. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: “Anche stavolta mi tocca il doping…”. E così questo modo di dire me lo sono portato dietro…”.

SOSTANZE. “Credo sia necessario investigare sulle sostanze farmacologiche prese in quei periodi. Magari non c’entrano nulla, magari si scopre qualcosa”. Che sostanze?Integratori, per la maggior parte. Figuratevi se i medici ci davano sostanze dopanti: avevamo controlli ogni tre o quattro giorni. No, semplicemente vorrei sapere dagli scienziati se gli integratori che prendevamo, a lungo andare, possono creare problemi nel nostro corpo. Sostanze che aiutano il recupero fisico dopo uno sforzo. D’altronde non se ne poteva fare a meno: giocavamo 60-70 partite all’anno, tra campionato, coppe varie e Nazionale. Ritmi altissimi, impegni ravvicinati che non consentivano al corpo un normale ritorno alla regolarità. Aiutarsi con gli integratori era naturale e necessario. Ora, però, vorrei sapere se questi integratori, alla lunga, possono creare danni”.

FLEBO. “Sì, le facevamo, ma anche oggi accade. Cosa c’era? Di preciso non l’ho mai saputo. Di sicuro non sostanze dopanti, perché l’antidoping non mi ha mai fermato. Però si trattava di farmaci, che sono cose diverse dalle sostanze naturali che magari vengono utilizzate oggi. Quei farmaci, assunti per tanto tempo, sono ancora nel mio corpo, nei miei tessuti? Chi lo sa? Vorrei che qualcuno mi potesse rispondere. Sono preoccupato, lo ammetto. Tanti morti, persone ancora giovani, non sono normali. Un’indagine seria andrebbe condotta”.

ERBA. “Avete presente l’odore che si sentiva quando si entrava in campo negli anni Novanta? Era un odore acre, a volte persino fastidioso. A quell’epoca, per tenere i terreni in ordine, si usavano prodotti che contenevano sostanze oggi non più consentite. Adesso, invece, per fortuna è tutto diverso. Ma quelle sostanze che io le ho respirate, si sono incollate al mio corpo. Mi faranno male? Avrò il diritto di sapere o no. Mi piacerebbe che la scienza potesse dare risposte sui farmaci che ci venivano somministrati, per recuperare da un infortunio o per ritrovare le energie. E mi piacerebbe anche che tutto il mondo del calcio ricercasse la verità, che non necessariamente deve essere negativa. Sarebbe un’operazione di trasparenza”.

 

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