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Editoriali

Dimissioni Pioli una delle pagine più nere dell’era DV. Scontato l’effetto boomerang nei tifosi: l’era Montella-bis parte nel peggiore dei modi

Ancora una volta la Fiorentina scarica tutte le colpe sull’allenatore, con l’aggravante di insinuare poca serietà. Pioli si conferma uomo di spessore. La reazione della piazza è tutta contro la società

E così si conclude la ‘storia d’amore’ tra Stefano Pioli e la Fiorentina. Nel modo peggiore e nella migliore tradizione della proprietà targata Della Valle: a suon di comunicati inopportuni e repliche a tono. Per diverse ragioni, la vicenda Pioli è una delle pagine più nere dell’era Della Valle. Questo non si dimentica nemmeno se poche ore dopo esce un nome obiettivamente stuzzicante per sostituire il tecnico parmigiano, ovvero quello di Vincenzo Montella.

LE RESPONSABILITÀ DI PIOLI. Partiamo da un fatto inequivocabile. Benché la squadra sia stata costruita male e molte delle scommesse del mercato estivo si siano rivelate clamorosi flop, la Fiorentina non ha un organico da decimo posto. Ancor meglio, il roster della Fiorentina non vale gli attuali 10 punti di distacco dalla settima posizione in Serie A. Le responsabilità di Pioli dal punto di vista tecnico sono innegabili, così come lo sono quelle dei giocatori.

E LA SOCIETÀ? Ciò che francamente è incomprensibile, e che si ripete puntualmente con ogni allenatore, è la stucchevole volontà da parte dei piani alti di scaricare tutte le colpe sull’allenatore di turno. Ancor più se si guarda alla Fiorentina di Pioli, rispetto a quella degli allenatori del recente passato. I risultati mediocri avrebbero dovuto spingere la proprietà Della Valle ad una riflessione profonda sugli errori compiuti in primis dal presidente Cognigni e dal dg Corvino nella gestione del nuovo ciclo, introdotta nell’estate del 2016 con il ritorno del dg pugliese e attuata 365 giorni dopo con lo smantellamento della squadra per ripartire da un gruppo totalmente rinnovato. Avrebbe insomma dovuto spingere a mettere in discussione quantomeno sullo stesso piano le responsabilità di squadra, allenatore, dirigenza e proprietà.

IL COMUNICATO. Invece, nel comunicato di lunedì si legge: “La proprietà non è assolutamente disposta ad accettare quello che sta accadendo da qualche mese a questa parte […]. Quella che stiamo vedendo ora non è la Fiorentina che abbiamo visto nella prima parte del Campionato“. Vien da domandarsi quale Fiorentina si sia vista (o voluta vedere) nella prima parte della stagione, se non si è smesso di guardare le partite a settembre. Quella dei cinque pareggi consecutivi? Quella delle otto partite consecutive senza vittorie? Oppure quella che ha chiuso il girone di andata sì più vicina alle zone europee ma sempre al 10° posto in classifica a quota 26 punti?

La parte più grave del comunicato è riservata proprio a Pioli: “La società inoltre chiede al tecnico Pioli di gestire questo momento con la competenza e la serietà che ha dimostrato nella prima parte del Campionato. Per poi concludere che ci si aspettano “risultati positivi” e che “ognuno dovrà assumersi la responsabilità del proprio operato“. Un missile lanciato in pubblica piazza e diretto verso l’allenatore gigliato che una persona seria e professionale come Stefano Pioli non poteva far passare indenne.

UOMO VERO. Già, perché Pioli si può criticare come tecnico, ma i suoi atteggiamenti hanno ancora una volta evidenziato lo spessore della persona. L’allenatore acclamato dal mondo intero per come ha gestito una situazione disperata come la morte di Astori. L’allenatore che ha riunito i suoi ragazzi nel nome di Davide, scatenando commozione e applausi in tutto il popolo fiorentino. Lo stesso allenatore che è stato indirettamente tacciato di persona poco seria dalla società gigliata.

Ma Stefano Pioli è un uomo vero. E ha risposto con le sue dimissioni e con parole inequivocabili: “Sono state messe in discussione le mie capacità professionali e soprattutto umane”. Da quella stessa società che lo ha visto trovare la forza di sollevare un gruppo da una tragedia che avrebbe schiantato a terra chiunque. Francamente, è incredibile. 

Si poteva legittimamente scegliere di esonerare il tecnico, oppure confermarlo fino al termine della stagione per poi dividere i reciproci cammini. Si poteva risolvere la questione in sedi private. Si poteva prendere le decisioni con il rispetto che la persona Stefano Pioli meritava. Non è stato così.

REAZIONE INEVITABILE. È assai prevedibile l’effetto boomerang che inevitabilmente si è generato. Oltre alla crescita del dissenso generale, il comunicato della Curva Fiesole è solo il primo atto di una contestazione che si farà ancor più aspra. Con questa vicenda i detrattori della famiglia Della Valle e della società gigliata hanno guadagnato altri fiancheggiatori.

FUTURO NEBULOSO. Ora della Fiorentina che sarà? Davvero l’unica testa a saltare sarà quella del tecnico? Intanto, la scelta di Montella è probabilmente la migliore possibile in una situazione del genere. Ma la squadra in mano al tecnico campano resta mediocre. Soprattutto, le scorie di ciò che è successo non verranno smaltite, anche in caso di miracolosa conquista della Coppa Italia. Andranno ad allargare una frattura già più volte scomposta. E forse mai come questa volta la Fiorentina se l’è cercata.

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