Quaranta giorni a partire dall’altro ieri, entro i quali Kevin Diks dovrà saldare il suo debito di settemila euro con l’avvocato a cui aveva lasciato il “chiodo”. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Firenze, Patrizia Pompei, a cui l’avvocato che aveva assistito il neo calciatore viola si era rivolto per riscuotere la sua parcella. Venerdì al giocatore olandese è stato notificato un decreto ingiuntivo, per la somma richiesta dal legale: 7200 euro, credito che il giudice ha ritenuto “certo, liquido ed esigibile”.
Diks, nel frattempo, è tornato a giocare in Olanda, nel Vitesse, dopo un’avventura viola durata una manciata di minuti. Eppure il suo sbarco a Firenze era stato degno di un top player: una casa da 6mila euro al mese in via San Felice a Ema (pare che a Diks non piacessero pero’ i sanitari del bagno, e i proprietari lo accontentarono, ristrutturando secondo il suo gusto), una rarissima Mercedes Gle 43 Amg e una 500 Lounge per la città.
L’avvocato Scavetta si mise a sua disposizione, in pieno agosto, per tradurre i contratti, trovare le vetture, consigliarlo sulle opzioni più convenienti e tratto’ pure per conto del calciatore il canone di locazione della villa, riuscendo a scendere fino a 3800 al mese, compresi i lavori “necessari”. Il legale aiuto’ Diks pure a trovare i documenti che gli servivano per una trasferta della sua nazionale in Russia. Ma al momento del “conto”, il calciatore si cimentò in un dribbling secco e passò la palla al suo procuratore, Slimani, che si scagliò contro il professionista fiorentino con frasi, scambiate via WhatsApp, finite in una querela depositata in procura. Ma i soldi della parcella, oggetto di questo contenzioso, niente.
Adesso, con il decreto ingiuntivo del tribunale, il terzino olandese dovrà pagare o rischia pignoramenti per una cifra equivalente, eventualmente anche conto terzi. «Tanto il consiglio dell’ordine degli avvocati, che ha attestato la congruità degli importi richiesti ai parametri previsti dalla Legge, quanto il tribunale di Firenze, che ha esaminato tutta la documentazione, in base alla quale ha ingiunto al signor Diks di pagare, fanno chiarezza su questa vicenda – dice l’avvocato Scavetta -. Una considerazione: in tempo di crisi il cliente che non salda le parcelle è divenuto una triste consuetudine, ma quando dietro non ci sono effettive difficoltà economiche, la delusione è doppia».
Un po’ delusi lo sono pure i tifosi viola, che di Diks hanno sentito parlare più per un mascettiano ‘rigatino’ che per le sue sgropponate sulla fascia.

Di
Redazione LaViola.it