Rassegna Stampa

Difese imperfette, vince chi ha più qualità davanti. E Palladino perde ancora contro il maestro Gasp

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L’uno-due dell’Atalanta al 45′ toglie certezze alla Fiorentina, che nella ripresa non sa più colpire. Ma ora il tempo stringe

Quando le fasi difensive sono (ancora) così imperfette, disattente, mal sintonizzate, ci sta – e succede – che a vincere una partita sia chi ha più peso e più qualità davanti. E ieri l’Atalanta, più o meno a parità di sbandamenti dietro, ne ha avuti di più. Alla distanza decisamente di più. Tre uomini gol, tutti quelli schierati, e subito, da Gasperini, contro uno e mezzo. Dunque sentenza Retegui, De Ketelaere che ogni tanto si ricorda di avere anche momenti da centravanti quasi puro e un diavolo che veste Lookman: i suoi mal di pancia sembra averli dimenticati e in compenso li ha fatti venire alla Fiorentina. Che il suo uomo gol lo ha trovato, ed è al 2° di fila anche in campionato: ma Kean, che nel primo tempo quasi da solo ha tenuto in balia dei suoi strappi l’Atalanta, ha avuto collaborazione concreta solo dall’altro mezzo attaccante, che poi punta non è, ovvero l’ex Gosens, decisivo su entrambi i gol viola. E l’ha avuta solo per un’ora scarsa. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

UNO-DUE. Non è la prima volta che accade e non è peregrino il sospetto che una bella spinta alla Dea l’abbia data anche il nuovo, bellissimo Gewiss, a proposito di stadi che fanno punti: quando l’Atalanta decide di picchiare, lo fa in fretta. Ieri meno di un minuto, fra il 45’ e il 46’, quando il pareggio di CDK e il boato conseguente hanno “chiamato” subito il 3-2 di Lookman, fabbricato in collaborazione fra i due. E lì, vittima di distrazioni soprattutto individuali, la Viola ha come perso le certezze che stava cercando di recuperare dopo un avvio di stagione zoppicante. E a questo punto preoccupante, con la classifica dimagrita dalla prima sconfitta dopo 5 pareggi stagionali. Di fronte al maestro (che bacchetta forte: quarta vittoria su quattro sull’allievo) Gasperini, che aveva scelto pronti-via un tridente puro, a Palladino non è bastato neanche rimodulare un po’ il suo 3-4-2-1, con un centrocampista alzato fra le linee (Bove), invece di un trequartista. Una Viola più solida e densa che propositiva, pur con qualche idea in più rispetto al passato: ma per 45’. Palladino ha provato ad aggiungere tasso offensivo solo alla distanza (prima Ikoné, poi Sottil): a posteriori forse anche tardi, vista quella Dea non impenetrabile, anche se il contributo dei due subentrati non ha suscitato rimorsi.

RIPRESA FIACCA. L’uno-due a fine primo tempo ha demoralizzato la Fiorentina: quasi sparita, e comunque non più che volenterosa, per tutta la ripresa. Quando l’Atalanta ha potuto giocare sulle sue “scoperture”, concedendosi il lusso di sprecare occasioni per seppellire la partita. È successo soprattutto a squadre un po’ stanche e molto spaccate, soprattutto la Viola, che non ha mai costretto agli straordinari Carnesecchi. Quelli sono toccati a De Gea: su Bellanova, De Ketelaere, Zappacosta, Lookman. Come dire che poteva finire molto peggio per Palladino, che insegue una vittoria nei 90’ dal 13 marzo. E al di là di timidi progressi, il tempo comincia a stringere.

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