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Editoriali

Diciotto giorni dopo Praga, cosa poteva accadere se…Come ripartire per migliorarsi?

Giorni di attesa attorno alla Fiorentina. Come migliorarsi? Se fosse arrivato un trofeo molte cose sarebbero già più chiare

Mandragora becca lo specchio della porta e la Fiorentina ribalta il West Ham; Igor stende Bowen; Bowen calcia su Terracciano o fuori; Terracciano rinvia a sinistra anziché a destra; Amrabat vince il rimpallo in mezzo al campo…Potremmo continuare per ore, giorni e mesi ad immaginare quale dettaglio cambiare di quella finale di Conference League, così come all’Olimpico in quella di Coppa Italia. C’è chi la chiama ucronia, ovvero una presentazione di eventi coerente, ma ipotetica, simulata, sulla base di dati non realistici, chi sliding doors, chi più semplicemente se mia nonna avesse le ruote’. Il senso è più o meno lo stesso. Se la Fiorentina avesse alzato al cielo un trofeo, a Praga col West Ham o a Roma con l’Inter, avrebbe scritto non solo un capitolo di storia nel presente, ma avrebbe già potuto scrivere un futuro diverso.

PRESENTE/FUTURO ALTERNATIVI. Sarebbe stata già qualificata in Europa League, ad esempio, mentre ad oggi non sa ancora se dovrà disputare o meno la Conference League (non certo per ‘colpa’ sua, vedi il caso Juventus-Uefa), avrebbe avuto maggiori incassi perché in Europa League ci sarebbe andata già dalla fase a gironi, mentre nel caso in cui dovesse essere ripescata in Conference League dovrebbe ripartire dal preliminare, avrebbe avuto maggiore appeal sul mercato in entrata potendo far leva su ciò, sia in termini tecnici che economici, e forse anche maggior forza su rinnovi e cessioni (forse, non è detto). Magari gli estimatori di Amrabat avrebbero avuto meno tentennamenti nel volersi assicurare il centrocampista temendo la concorrenza, mentre la Fiorentina si ritrova a dover aspettare, forse anche sperare, che qualcuno dalla Liga porti 30 milioni, o 25, o 20 o qualcosa. Castrovilli avrebbe già rinnovato, potendo contare sull’essere il protagonista designato di una Fiorentina impegnata in un palcoscenico europeo più importante e via discorrendo tra se, forse, chissà e magari. E’ accaduto altro, amen. Diciotto giorni dopo, però, non si può negare come la Fiorentina sia ancora a pagare le conseguenze di ciò che non è successo.

RIPARTENZA. E adesso? Come si riparte? Le intenzioni dichiarate da Commisso e Barone qualche giorno fa hanno lasciato intendere come ci sia la volontà di migliorare quanto fatto in questa stagione. Come? Nell’immaginazione di dettagli che potevano andare in un altro modo  di cui sopra c’è anche da capire per quale motivo tali situazioni siano andate nella direzione in cui sono andate. In una parola: limiti. Cose da correggere e migliorare, a livello collettivo e di singoli, ce ne sono tante in questa Fiorentina, così come ce n’erano ancor prima che quelle due finali andassero in quel modo. Soprattutto se si vuol fare un ulteriore passo in avanti. Con che filosofia vorrà provare a farlo è ancora tutto da capire. Altri innesti di calciatori di un livello intermedio come Cabral e Ikoné, sperando che crescano e pensando, magari, a future plusvalenze? Scommesse come Jovic? Occasioni low cost come Brekalo e Sabiri? Difficile immaginarsi Berardi, Zaniolo, Scamacca, insomma. Le condizioni, ad oggi, non sembrano esserci per operazioni del genere. Più probabili i vari Retegui, Nzola, Dia, calciatori di club di medio-bassa fascia e/o retrocessi. Certo, se la Fiorentina avesse vinto la Coppa Italia o la Conference League…

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