La Fiorentina va subito sotto ma reagisce, rientra in partita e assapora l’impresa. Nel finale però il Milan ribalta nuovamente tutto
Lunga è la strada verso la salvezza. Eppure, con l’arrivo della primavera, è come se fosse sbocciata una nuova Viola. Sconfitta, è vero, sempre alle prese con una classifica antipatica, ma capace come poche altre volte di dare una bella immagine di sé. Se la Fiorentina è quella vista col Milan insomma, i sette punti di vantaggio sulla terzultima possono lasciare (abbastanza) tranquilli. Così scrive il Corriere Fiorentino.
OCCASIONE. Certo, l’occasione era ghiotta. Contro un Diavolo privo di mezza squadra titolare, ferito per l’eliminazione in Europa League e, soprattutto, con l’opportunità di (ri)portarsi a più dieci sul Cagliari e di allungare anche sul Torino. Per farlo, Prandelli, ha scelto di cambiare abito riproponendo (non capitava, dall’inizio, dalla sfida del 13 dicembre scorso a Bergamo con l’Atalanta) la linea a quattro.
GOL E REAZIONE. Ibra ha segnato subito, Quarta lo ha tenuto in gioco e Zlatan, per liberarsi di Pezzella, si è aiutato con una spinta tanto furba quanto, probabilmente, irregolare. Un «cazzotto» in faccia al quale la Fiorentina, stavolta, ha risposto senza scomporsi e, con un capolavoro di Pulgar (al primo, attesissimo gol su punizione) ha trovato il pari. Quante volte, in passato, era bastato un «soffio di vento», per farsi spazzare via? Segno che pian piano qualcosa (almeno nella testa) sta cambiando.
CORAGGIO. Un altro indizio? L’aggressione alta, il coraggio. Un atteggiamento positivo che avrebbe meritato il premio del vantaggio. Peccato che la magia di Pezzella (di tacco) si sia stampata sul palo. Stessa sorte, dall’altra parte, per il «lob» di Ibrahimovic. Un primo tempo che ha restituito al calcio (ben giocato) la Fiorentina. E non accadeva da un po’.
CONTRO-RIMONTA. Nella ripresa vantaggio viola con l’assist al bacio di Vlahovic per Ribery, al primo gol al Franchi. vantaggio meritato, ma vanificato dall’ennesima dormita difensiva. Una tassa quella sui calci piazzati (stavolta riscossa da Brahim Diaz) che i viola hanno pagato tante, troppe volte. Il Milan ha cambiato marcia, la banda di Prandelli s’è disunita e, puntuale, è arrivato il 2-3 di Çalhanoglu. Resta il rammarico, certo, ma anche la consapevolezza che la strada intrapresa, dopo tanto vagare, è finalmente giusta.
Di
Redazione LaViola.it