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Diario da Moena, giorno 2: il ‘metodo Italiano’ e il caso-Antognoni

Il tecnico è un ‘martello’ per i suoi giocatori, sta subito cercando di trasmettere le proprie idee di calcio. Ma la querelle con Giancarlo attraversa il ritiro viola

C’è il caso-Antognoni a condizionare il mondo viola, mentre la Fiorentina vive la sua seconda giornata di ritiro a Moena. Se stamani tramite i giornali l’ex Club Manager ci è andato giù pesante nei confronti di Commisso, Barone e Pradè, è stato lo stesso dg viola a rispondere a margine dell’inaugurazione del Viola Village al Cesare Benatti. “Rocco non deve chiedere scusa, se Antognoni ama la Fiorentina non doveva lasciarla. È stata una sua decisione”, le parole di Barone. Che poi ha sottolineato la necessità di spostare l’attenzione sul campo e alla Viola di Italiano che sta nascendo.

PROVE TATTICHE. Giusto, nonostante le tante polemiche che stanno condizionando l’estate viola (da Gattuso a Ribery, fino a Giancarlo). Sul campo, quindi, spazio ancora alle prove tattiche di 4-3-3 (sia sulla fase difensiva che su quella offensiva), anche se nella partitella finale di oggi pomeriggio si sono visti sprazzi anche di 4-2-3-1 e 4-4-2. Ma sembrano variazioni dettate più dalla necessità, viste le tante defezioni soprattutto in mezzo al campo. Tant’è, Vlahovic continua ad essere al centro dell’attenzione: concentratissimo ad ogni esercizio, sprona i compagni, chiede il massimo da sé stesso e dagli altri. Simpatico poi il siparietto a fine allenamento, al mattino, con Joe Barone: cross del dg e gol del centravanti serbo, tra i sorrisi dei presenti.

DA VICINO. Con Italiano che continua a far lavorare tanto con il pallone i suoi giocatori. Poco lavoro a secco (quasi soltanto in palestra), poi tanti esercizi in cui è richiesta intensità e qualità. Posizioni, inserimenti, allunghi. Italiano osserva tutto da vicino, spesso accovacciandosi sul campo. Richiama i suoi, sprona ad andare veloci, a non mollare. Con la testa già rivolta alla Roma di Mourinho: manca un mese, ma è già un primo obiettivo. Servirà una partenza forte, lo ha detto subito Italiano. Anche se la sua Fiorentina è ancora un cantiere aperto.

IL ‘METODO ITALIANO’. Valutare la rosa a disposizione e trasmettere le sue idee di gioco alla squadra. La doppia missione di Italiano, che poi ha richiamato più volte i suoi nella fase di riconquista palla. Altro tasto molto importante per il tecnico ex Spezia. Il riferimento al Barcellona di Messi, Henry ed Eto’o è stata l’altra nota di colore che ha chiuso la giornata moenese della squadra. Italiano vuole che gli attaccanti siano i primi difensori. Una volta persa palla, subito bisogna aggredire gli avversari. “Bisogna subito entrare in questa mentalità“, ha detto l’allenatore ai suoi ragazzi. Al termine di un secondo giorno che ha visto Saponara e Bonaventura (quest’ultimo a lungo a confronto con Italiano) rientrati in gruppo. Domani altro doppio allenamento, verso la prima amichevole fissata per martedì pomeriggio.

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