Dopo il giorno di riposo, la squadra di Italiano torna al lavoro in Val di Fassa. Venuti in conferenza racconta il suo legame con questa maglia
Dopo la giornata di pausa concessa ieri da mister Italiano, all’indomani dell’amichevole contro la Polisportiva C4 Foligno, oggi è ripreso il lavoro della Fiorentina nel ritiro di Moena. A farla da padrone, soprattutto nella seduta di allenamento mattutina, è stato il lavoro tattico.
“Il mister ci chiede un lavoro di costruzione, tutti i giocatori devono essere in grado di gestire bene la palla. Anche sulle corsie laterali, dove ci sono scambi di posizione, per farsi trovare nelle posizioni intermedie. Non è un possesso palla sterile, ma finalizzato a fare gol. Tutti siamo utili e determinanti, bisogna mettersi in testa di dare la miglior versione di se stesso”. A spiegare l’ideologia del nuovo tecnico viola ci ha pensato in conferenza stampa Lorenzo Venuti. Ed è questo quello che emerge dagli allenamenti di Italiano: il continuo lavoro sui movimenti, gli inserimenti e il possesso di palla. Il tutto volto a far sì che pian piano questi diventino automatismi e che la squadra possa pian piano funzionare come un orologio perfettamente oliato.
L’APPARTENENZA A FIRENZE. ‘Lollo’ Venuti però non ha parlato solo delle idee del nuovo allenatore viola. “Devo cercare di trasmettere cosa significa giocare per questa maglia e rappresentare questa gente”, ha spiegato l’esterno fiorentino. Proprio lui, insieme al vice di Italiano Niccolini, era stato preso a modello durante il discorso che qualche giorno fa gli ultras avevano fatto alla squadra: “Chiedete a loro cosa significa rappresentare questa città“, avevano detto i tifosi. E nelle amichevoli estive, della sua squadra del cuore Venuti ha potuto indossare anche la fascia da capitano. Anche se dovesse essere per poco, un sogno che diventa realtà: “Aver avuto la fascia anche solo in queste amichevoli per me è un orgoglio. Ma il capitano ce l’abbiamo – ha ricordato l’esterno –, è German. E finché ci sarà, sarà lui la persona da rispettare. Se poi dovesse andar via sarà una scelta presa tra squadra, società e gruppo“. Insomma, la questione è aperta e lui si candida.
GLI STOP. La nota stonata della giornata sono i fastidi che hanno fermato alcuni giocatori. Dopo la botta rimediata contro il palo domenica, Callejon è stato costretto a guardare i compagni da bordocampo. Montiel e Biraghi invece hanno proseguito il lavoro a parte. Nel pomeriggio invece, sotto la pioggia battente, sono finiti ko anche Maleh (che aveva già accusato qualche problemino in mattinata) e Bonaventura, che ha lamentato un dolore al piede. Niente di grave per i due, che però hanno abbandonato anzitempo il campo centrale del centro sportivo Benatti.
VLAHOVIC SCATENATO. È quasi superfluo sottolinearlo, ma Dusan Vlahovic è la vera stella di questo ritiro. Oltre ad essere il più osannato dai tifosi, l’attaccante serbo è anche uno dei giocatori più in forma durante tutte le sessioni di allenamento. A spingerlo sono la sua grande voglia di migliorare, oltre alla sua sfrenata competitività. Competitività che lo porta anche a voler vincere ogni piccola competizione che mister Italiano e il suo staff impostano durante le sedute.
E allora poco importa se nell’esercitazione del pomeriggio (giocatori divisi a coppie, passaggio dal fondo servito dallo stesso Italiano, scambio uno-due e conclusione a rete da fuori area) non c’è nessun premio in palio. Quando Dusan segna il gol finale della vittoria, l’esultanza sembra quella di chi ha appena segnato un gol decisivo sotto la Fiesole. Vedere (e ascoltare) per credere.

Di
Niccolò Misul