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Di Chiara a VI.IT: “Pioli dovrà riportare entusiasmo. Gli chiederò perché giocava Medel centrale…”

Stefano Pioli è sempre più vicino alla Fiorentina. Dopo l’esonero dall’Inter, l’ex giocatore viola (dal 1989 al 1995) potrebbe tornare a Firenze con il ruolo da allenatore. Per chiedere un parere in merito, LaViola.it ha contattato Alberto Di Chiara, ex compagno di Pioli proprio in viola e oggi Supervisore Tecnico dello Scandicci.

Di Chiara, si aspettava l’esonero di Pioli? “Dall’Inter c’è da aspettarsi sempre di tutto… A tre giornate dalla fine, o si libera un allenatore per agevolare accordi con altre squadre, in questo caso magari una Fiorentina che ha fretta di prendere un nuovo allenatore, sennò ha poco senso a livello tecnico. Se si vogliono fare altre scelte tecniche, si aspetta la fine del campionato. O magari può essere per il fatto che la squadra sia un po’ alla deriva per situazioni di spogliatoio, per fare uno sprint finale e dare una scossa alla squadra. Ma il tutto è poco logico”.

Lei ha giocato con Pioli a Firenze: che persona è? “Già da giocatore poteva ‘calzare’ bene nell’uniforme da allenatore. Una persona speciale, un amico, una bravissima persona davvero. Perfetto dal punto di vista professionale. Soprattutto con la Lazio si era mosso molto bene, all’Inter sembrava aver trovato il bandolo della matassa ma poi tutto si è perso, per colpe non solo sue”.

All’Inter dal sogno Champions al disastro delle ultime settimane. Nel mezzo anche un 5-4 a Firenze. E in città qualche dubbio è sorto su Pioli… “I dubbi ci sono sempre, anche se è vero che in generale si cerca sempre un capro espiatorio, anche ora all’Inter. Una crisi dovuta probabilmente anche a situazioni interne: la società ha fatto scelte sbagliate. Stefano ha preso la squadra in corsa, si è ritrovato giocatori costati moltissimo ma spesso sopravvalutati. Si è formata una masnada di giocatori con situazioni diverse. Un giorno gli chiederò magari perché giocava Medel centrale difensivo… un po’ come Sousa con Sanchez, anche se il colombiano è un po’ più strutturato”.

All’Inter una parabola discendente, anche alla Lazio Pioli fece benissimo il primo anno (con la Champions) per poi ‘perdere’ il gruppo al secondo anno, con l’esonero: c’è una costante? “Ha trovato due grandi squadre ma ambienti non facili. Forse deve trovare un po’ più di continuità di rapporti. Ma è uno che cerca sempre il dialogo, è un buonissimo allenatore, molto capace. A Firenze deve riuscire soprattutto a riportare entusiasmo. Ma ci dev’essere anche l’aiuto della società, che gli crei una gabbia per proteggerlo da eventuali difficoltà”.

Secondo lei Pioli potrebbe portare questo entusiasmo a Firenze, o quanto meno un po’ di serenità nella ripartenza immaginata dai Della Valle? “Lui ha un carattere molto tranquillo, certo che se si cerca un allenatore che possa scaldare l’ambiente subito in senso pratico, forse non sarà così. E’ un allenatore tranquillo, uno normale, ma è tutto legato ai risultati. Uno che quando vince si dice che è allenatore equilibrato, e quando perde magari che è un mediocre. Credo possa far bene se viene chiaramente supportato dalla società. Importante è che ci sia anche uno spogliatoio compatto. Sousa è entrato con la diffidenza di tutti, poi a suon di selfie e risultati ha guadagnato fiducia. Chiaro che quando sono mancati i risultati, e con errori anche suoi, ha perso un po’ tutto”.

Pioli può portare davvero un qualcosa a livello di fiorentinità e conoscenza dell’ambiente? “Si, ha giocato a Firenze, con professionalità. È un ex Juve ma era lì da molto giovane, venne a Firenze e fu tra i protagonisti. Anche nella finale del ’90, si ruppe il ginocchio contro il Werder Brema… dette quindi anche qualcosa di concreto alla causa (scherza, ndr). La società deve puntare su un allenatore che riporti entusiasmo e soprattutto risultati, dopo quest’annata molto altalenante”.

A proposito: Della Valle ha annunciato un incontro a fine stagione, per parlare a città e tifosi. Secondo lei è possibile ripartire ancora una volta, a livello di rapporti e risultati? “La proprietà deve cercare soprattutto di essere chiara, al di là del budget, con l’atteggiamento. Nel calcio di oggi non ci sono grandissimi fenomeni. Chiaro che fare una squadra che possa vincere lo scudetto è difficile, ma per puntare all’Europa devi superare squadre che possono essere alla portata. Già quest’anno, con un’annata disgraziata e un campionato mediocre, stai lottando per il 6° posto. Bisogna costruire una squadra giovane, italiana, con mix di esperienza. E ci vuole unione, un gruppo vero tra società, allenatore e giocatori”.

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