L’impatto della Cina sul calcio europeo e sulla Fiorentina, la situazione di Kalinic e il ritorno di Giancarlo Antognoni in viola. LaViola.it ha parlato di tutto questo con Alberto Di Chiara, ex giocatore viola oggi dirigente del CS Scandicci 1908.
Di Chiara, partiamo dal ritorno alla Fiorentina di Antognoni, che lei conosce molto bene da anni: che impressione le fa?
“Ci siamo sentiti per farci gli auguri, l’ufficialità è stata solo una questione formale. Ormai si sapeva da mesi. Era quello che doveva succedere da qualche anno. Avere in società qualcuno che conosce così bene la storia, è un qualcosa di naturale per ogni club importante. Stranamente non era stato ancora compiuto questo passo: era una falla da coprire, è importante che questo sia avvenuto. Giancarlo merita questo ruolo”.
Secondo qualcuno, se questa scelta fosse stata presa un anno fa di questi tempi, magari la storia dello scorso campionato, con la Fiorentina prima in classifica, sarebbe stata diversa…
“L’anno scorso è mancato proprio questo: quando eri primo in classifica, nel momento più alto, forse la società non ha spinto sull’acceleratore. Giancarlo poteva placare quelle polemiche che sono venute fuori quando le cose non sono andate bene. Ma a volte le scelte della società, come l’inserimento di Giancarlo o gli allenamenti a porte aperte, possono sembrare palliativi per cercare di colmare quella lontananza che c’è tra proprietà e città. Così però non deve essere: l’inserimento di Antognoni non deve dipendere da un momento negativo o positivo, ma deve essere naturale. Così non è stato all’inizio, ma ora per fortuna sì. Avere in società un elemento come Antognoni può essere importante”.
Come comunicato dalla Fiorentina, ‘Antognoni lavorerà in stretto contatto con la Presidenza con compiti di rappresentanza, sia sportiva che aziendale’: secondo lei, però, l’esperienza di Antognoni sarà poi anche utile sotto il profilo tecnico e nella valutazione dei giocatori?
“Antognoni ha giocato a calcio per 20 anni ad altissimi livelli, il calcio lo conosce. Può essere importante sia sotto il profilo tecnico che rappresentativo. Il fatto che lui venga preso per rappresentare la Fiorentina in Italia e in Europa, mi pare una cosa automatica. Poi che Corvino si possa ‘servire‘ di Antognoni anche sull’aspetto tecnico per alcuni giocatori, credo che sia un’altra cosa che verrà automatica e verrà presa in considerazione. Antognoni, a differenza di altri, è un intenditore vero di calcio, conosce sfumature meglio di chi magari il pallone magari non l’ha mai calciato”.
Veniamo al mercato, e all’impatto dei soldi cinesi sul calcio europeo. C’è in ballo una proposta da oltre 40 milioni per Kalinic: lei che farebbe?
“Ormai la Cina, che si sta gettando sul calcio a livello mondiale, ha trovato in Italia delle situazioni importanti. Ai miei tempi, l’Italia era la Nazione più competitiva, la numero uno nel mondo, ed era difficile lasciare il nostro campionato. Ora non è più così. E ci sono realtà come quella cinese che propongono cifre incredibili. In questi anni investiranno molto sul calcio, visto che vogliono organizzare anche il Mondiale. Giocatori e non solo. Ci sono anche città affascinanti, con società che hanno bacino di utenza a livello internazionale, come Firenze. Città che è in prima fila anche sotto il profilo culturale. Ora poi la società avrà in mano anche il progetto per lo stadio, e sarà molto allettante per l’avanzata cinese. Nel frattempo i cinesi iniziano a prendere i giocatori, con cifre estremamente diverse da quelle ‘normali’. Come nel caso di Witsel, che doveva andare alla Juve, e invece ha ricevuto un’offerta difficilmente rifiutabile ed è andato in Cina. La Fiorentina deve capire che questi soldi che possono arrivare, possono essere poi reinvestiti per rendere la squadra più competitiva”.
Quindi, secondo lei, non è utopia immaginare la Fiorentina in mano ai cinesi, tra qualche anno?
“E’ un discorso da prendere in considerazione, uno le domande se le pone… Se possono offrire queste cifre per un giocatore, i cinesi possono arrivare a fare offerte talmente alte ‘per tutto il pacchetto’, compreso il progetto stadio o oltre… magari (a battuta) anche per la Tod’s (ride, ndr). Il loro potere è talmente grande che a volte non si può fare altrimenti, in certi casi questo può essere anche comprensibile. Siamo nelle loro mani”.
Tornando a Kalinic, e alla possibile cessione: lei, eventualmente, con chi lo sostituirebbe? Si parla di Zaza, Gabbiadini, Jovetic, oppure di dare spazio a Babacar…
“Babacar potrebbe essere una scelta importante per lanciare un prodotto interno. Io se fossi nella Fiorentina punterei più sul mercato italiano. Cercherei di valorizzare i giocatori italiani, formare una rosa importante per arrivare in Europa, lanciare i giovani italiani. Sostituirei Kalinic con un giovane italiano, insomma. Magari Zaza o Gabbiadini, anche se poi bisognerebbe vedere l’impatto fisico del giocatore. E sentire anche il parere dell’allenatore, per le caratteristiche tecniche e le valutazioni sull’impianto di gioco”.
Di
Marco Pecorini