Le parole dell’ex attaccante della Fiorentina, nato e cresciuto a Genk prima di venire in Italia
Su La Nazione intervista a Claudio Desolati, attaccante della Fiorentina anni ’70 (inserito anche nella Hall of Fame viola) nato e cresciuto a Genk, città in cui i gigliati giocheranno domani: «Sono figlio di emigranti. Mio padre faceva il minatore, come tanti altri italiani negli anni ’60. Eravamo una famiglia molto numerosa, con dieci figli. Ho vissuto a Genk fino ai 14 anni. E ogni domenica arrivava il momento più atteso. Quando mio padre lavava la macchina, alla radio sentivo parlare dell’Inter, di giocatori come Mazzola e Facchetti e dicevo a mio padre che un giorno avrei giocato contro questi. La mia famiglia si trasferì in Italia, ad Avenza in provincia di Massa Carrara, perché i miei erano della zona, e lì ho anche lavorato in una cava di marmo e in un supermercato. La mattina lavoravo e la sera mi allenavo. Mi vide il Genoa che mi prese nelle giovanili dove dividevo la camera con Roberto Pruzzo».
FIORENTINA. Il primo gol alla Juve a neanche 17 anni? «Prima della partita mi tremavano le gambe. Poi dissi a Saltutti di correre veloce, gli misi la palla dove sapevo che la voleva e fece gol. Pareggiò la Juve su rigore, ma a 7 minuti dalla fine in contropiede ricevetti palla da Merlo, ingannai Zoff con una finta e segnai». E lo ‘scherzo’ all’Inter nel 1977…«Sì, feci la famosa tripletta nella vittoria per 3-0».
LA SFIDA DI DOMANI. «La Fiorentina è superiore, ma sarà una gara complicata». Lei ha un fratello e una sorella a Genk, per chi tiferanno? «Devo chiederlo, ma penso per la Fiorentina. Ci mancherebbe».
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Redazione LaViola.it