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Della Valle, ritorno a Firenze nel nome di Astori
Le immagini scorrono tra le lacrime e i pensieri. Il dolore è violento, capire è impossibile. Tutti fermi, impalati davanti al vuoto, al ricordo di un ragazzo che non c’è più: il giocatore, l’amico, il padre sorridente che spingeva il passeggino sui lungarni di prima mattina. “Ciao capitano”, Firenze non sa dire di più. Non vuole, adesso. Per rispetto di chi in quel dolore sta avvolgendo i suoi giorni e le sue notti. I genitori di Davide, i fratelli, la compagna Francesca. E quella bimba che starà gridando le sue domande, cercando dietro ogni angolo il sorriso rassicurante del papà. Così scrive La Repubblica.
Quella bambina a cui un giorno Firenze racconterà chi era suo padre, con la dolcezza ammirata con cui si racconta un eroe. Sì, il dolore azzera tutto. Le differenze, la rabbia, i litigi, i tormentoni intorno alla passione per il pallone. Siamo così stupidi da riflettere solo davanti alla fine delle nostre certezze e a ciò che non sappiamo spiegare. Improvvisamente Firenze abbassa la voce, medita sul suo nuovo inizio, quello che nascerà lentamente dopo i funerali di Davide, quelli fissati per giovedì alle 10 in Santa Croce. Una scelta importante, quella di dare la possibilità ai fiorentini di salutare il loro capitano. Lo ha chiesto Francesca, e tutti hanno dato il loro assenso. E’ giusto così, perchè Davide aveva scelto Firenze per ciò che era: l’arte, i colori, la bellezza invadente dei suoi vicoli e delle sue piazze, i tifosi innamorati pazzi e anche un po’ folli e polemici. Davide era il loro capitano, e sempre lo sarà.
E’ per lui, fuori da ogni retorica, che adesso serve un contropiede di quelli che lasciano il segno. Una tragedia ha cancellato in un attimo ruggini e veleno. E’ vero, certi tormenti a volte ritornano. E’ la vita, sono gli uomini, figuriamoci il calcio. Ma c’è un sentimento nuovo, che adesso scorre nel silenzio dei pensieri. E’ che quando il calcio incontra le cose della vita, rende umano un mondo che guardiamo dall’altra parte della vetrina, quando la sofferenza degli altri diventa la nostra, allora tutto il resto perde significato e ci sentiamo fratelli sulla stessa barca, anime in cerca di sorrisi amici. Questo vogliono i tifosi in queste ore, questo chiedono i giocatori, gli amici di Davide, la società che sta lavorando per organizzare i funerali, così come ha chiesto la famiglia del capitano. Sono ore convulse. Domani la camera ardente a Coverciano, poi l’ultimo saluto.
Subito dopo la società inizierà a organizzare una di quelle domeniche che Firenze ricorderà per sempre. Nessuno ha dimenticato la commozione del Franchi e quella notte dedicata alla moglie di Cesare Prandelli. Nessuno ha cancellato dalla memoria le lacrime e gli applausi del Franchi per Stefano Borgonovo. Questa è un’altra storia, un altro dramma. Ma il linguaggio del cuore è lo stesso: esserci per sostenere chi soffre, è rimasto solo, chi ha perso un figlio, un compagno, un papà.
Domenica a ora di pranzo, al Franchi, ci saranno probabilmente anche i fratelli Della Valle, accanto ai familiari di Davide. La squadra di Pioli giocherà col Benevento, ma è chiaro che quel giorno Firenze e la famiglia proprietaria della Fiorentina si ritroveranno insieme dopo una vita. Ci saranno ancora lacrime e applausi, ci saranno una squadra confusa dal dolore e una città decisa a stare al suo fianco con tutto l’amore possibile. E sulla strada del dramma Firenze potrebbe ritrovarsi diversa, più consapevole, meno velenosa, e ognuno potrebbe fare un passo nei confronti dell’altro, per ricominciare. Nel nome di Davide, nel nome del capitano.