Rassegna Stampa
Della Valle riparte all’attacco, Andrea sempre più alla guida del club viola: mercato, stadio e Antognoni per il rilancio
La Fiorentina boccheggia sul fiume di pioggia che ha invaso il campo del Franchi, Paulo Sousa con il cappellino in testa impreca e tenta di uscire dalla confusione che ha sopraffatto lui e la sua squadra. Non torna niente. Per provare a risollevare lo spirito di tutti il portoghese tenta di nuovo le due punte, però toglie il «crossatore» Maxi Olivera, mette Tello a sinistra e porta Bernardeschi sulla trequarti, infine sposta Ilicic a destra: la Fiorentina scricchiola, finalmente arriva un pallone in area dagli sviluppi di un calcio d’angolo e Astori lo mette dentro. Ma quello che salta agli occhi di tutti è che la squadra viola non si schioda da metà classifica e la città bofonchia nei confronti di un allenatore che di sicuro non è più nella hit parade cittadina. In rapida discesa dal premio Torrino all’acquario di Fiorentina-Crotone. Ed è esattamente in quel momento, il peggiore, che Andrea Della Valle torna a prendere la barra in mano.
Andrea a Bologna. Il presidente, sia chiaro, c’è sempre stato, la guida di Corvino–Cognigni è figlia di una sua scelta, congiunta al fratello Diego, ma mercoledì sera, senza nulla togliere ai suoi manager, Andrea ha deciso che fosse necessario dare una scossa all’ambiente. Una decisione legata alla necessità di far capire a Sousa e ai suoi giocatori che quello che sta succedendo va bloccato e invertito immediatamente. Altri passi falsi e la stagione rischia di essere tumulata. Per questo si può parlare del…«ritorno di Andrea», al punto che domani il presidente farà di tutto per tornare in trasferta, insieme alla squadra, per tracciare i confini di una rinascita. E in questo senso vanno lette le dichiarazioni e le scelte che sono state fatte. Proviamo ad elencarle.
(1) Cessioni bloccate. Nessuno dei giocatori importanti sarà ceduto, Kalinic in testa. Questa la sua affermazione a fine gara per far sì che eventuali giocatori decisi ad andarsene altrove siano edotti che nessuna fuga sarà consentita. Anche se francamente a questo punto la domanda sul valore di questo “niet” viene spontanea: ma è davvero la soluzione giusta trattenere giocatori come Badelj che sembrano davvero con la valigia già pronta? I risultati fin qui ottenuti lasciano molto perplessi. Non sarebbe meglio vendere per ricomprare? Sempre che se ne abbia la voglia e non si punti solo al rientro economico. Domanda che rimane in bilico.
(2) A gennaio la svolta decisiva per il nuovo stadio. Eccesso di ottimismo? Forzatura per portare l’amministrazione comunale allo scoperto? Voglia vera di rinforzare il progetto nell’intento di portare la sfida ai vertici del campionato oppure solo la necessità di avere qualcosa da…vendere insieme a tutta la Fiorentina? Altra domanda importante e che va considerata in bilico.
(3) “Fiorentinizzazione” del gruppo. Come raccontato da settimane è in atto l’avvicinamento a Giancarlo Antognoni per i rapporti istituzionali, con l’adesione di Corvino, ma pure a Christian Riganò, viola dell’èra Della Valle per inserirlo nel settore giovanile. Trasfusioni di sangue viola per avvicinarsi ulteriormente alla gente, nella speranza di riuscire a costruire davvero un fortino entro il quale si possa organizzare la ricostruzione futura o la difesa di Fort Alamo? E’ un’altra domanda che rimane in piedi. Resta il fatto che Andrea ha spostato sui grandi temi l’attenzione di tutti, sottraendo Sousa e i giocatori alla pressione e alla delusione. Ora però ci sarà la prova generale, tutti a Bologna, con quasi duemila tifosi e con lo stesso Andrea se confermerà la presenza. Vuole guidare una battaglia che si sta facendo determinante.