La distanza c’è. Fisica ed innegabile. La famiglia Della Valle e Firenze sono distanti come non mai. E’ questo, senza timore di essere smentiti, il punto più basso nel rapporto tra gli imprenditori marchigiani ed i tifosi della Fiorentina. Dato di fatto, inconfutabile, tanto che dalle stanze di viale Fanti filtra la convinzione che sia davvero molto complicato ricucire il rapporto con una parte della piazza. Andrea Della Valle tornerà al Franchi, ma ancora non è pronto. Subisce i cori, i fischi e gli striscioni. Si può stare a discutere sul fatto che per fare il presidente di una squadra di calcio si debba avere le spalle più larghe del dovuto e non si possa essere poi tanto permalosi. Si possono fare gli esempi di De Laurentiis e Lotito, vincenti eppure contestati praticamente sempre, ma non si può cambiare la sostanza. Quel che probabilmente lascerebbe impassibile Diego Della Valle, colpisce profondamente Andrea, che non tornerà al Franchi fin quando il clima intorno alla squadra non si sarà un po’ rasserenato. E questo può succedere solo con i risultati positivi. Non uno, non due. A questo punto serve molto di più. Andrea, però, quotidianamente ha contatti diretti e fa passare messaggi chiari.
La distanza fisica non significa disinteresse, anche perché ad oggi la possibile cessione della società è lontana. I manager viola (quelli a cui è stata demandata tutta la gestione del club) giurano che di offerte per la vendita non ne siano arrivate. I rumors che si respirano in città sono dunque da prendere, al momento, come tali. Detto che non si è presentato nessuno e che la squadra non sarà riconsegnata al Sindaco, c’è un solo modo per andare avanti. La chiarezza, in questo senso, non è mancata. La società deve essere in grado di autofinanziarsi, senza bisogno dell’aiuto a fine anno della proprietà. Inoltre, il messaggio è passato chiaro nelle ultime ore, c’è la convinzione da parte della proprietà che, pur essendo la Fiorentina in regime di autofinanziamento, ci sia la possibilità di fare molto meglio di così. Lontananza si, ma disinteresse assolutamente no. Sono queste le settimane in cui tutti i dipendenti della Fiorentina (dai dirigenti in giù) hanno gli occhi addosso dei fratelli Della Valle. Perché il concetto è semplice: fino a che loro saranno i proprietari del club, la squadra non può navigare nell’anonimato di centro classifica. L’undicesimo posto di cui parliamo oggi non piace a nessuno. Ai giocatori, all’allenatore, ai dirigenti e soprattutto alla proprietà.
La convinzione è forte: anche senza l’aiuto economico dei Della Valle la squadra deve fare meglio, perché comunque sono stati spesi circa 80 milioni di euro per costruire questa Fiorentina. Da qui, la posizione di tutti è in discussione. Sarà valutato nelle prossime settimane l’operato di Corvino, ma anche quello di mister Pioli. Al tecnico non è stato chiesto alcun obiettivo ufficialmente, ma ci si aspetta che siano gettate basi solide per la prossima stagione, quando la squadra dovrà essere rinforzata da pochi elementi, ma pronti e mirati. Ecco dunque che i risultati di oggi, sono fondamentali per il domani. Questi concetti spiegano il perché, ad esempio, mister Pioli schieri quasi sempre la stessa formazione e gli stessi giocatori. Per gli esperimenti non c’è spazio, perché anche lui si gioca la riconferma in questi tre mesi che restano alla fine della stagione.
Il Chievo è il primo step di un percorso piuttosto circoscritto, che deve necessariamente andare in una direzione precisa. Difficilmente sarà tollerata un’altra prestazione come quella contro il Verona. Il calendario aiuta la Fiorentina. Senza voler fare tabelle che, nella storia recente hanno portato sempre sfortuna, basti notare che di big nelle prossime partite non ce ne sono. La proprietà si aspetta un segnale preciso. A molti potrà sembrare contraddittorio il pretendere risultati migliori senza metterci soldi di tasca propria. Ma oggi la realtà dei fatti è proprio questa. L’obiettivo immediato, dunque, è risalire la classifica, senza necessariamente avere l’ansia di dover tornare in Europa. Cosa che ci sarà senz’altro il prossimo anno. Ma adesso no. L’estate, poi, fungerà davvero da spartiacque: dovrà essere necessariamente trovato un punto d’incontro con i tifosi (o almeno con la maggior parte), per evitare un’altra stagione con i nervi a fior di pelle da parte dell’ambiente. Il tutto, e lo scriviamo a conclusione di questa riflessione, in attesa di costruire lo stadio con annessi e connessi. In pochi, fra i tifosi, ci credono davvero. La Fiorentina invece è convinta di dover stringere i denti fino al 2021. Poi, se son rose fioriranno. Ma qui siamo già andati troppo oltre. Testa al Chievo, all’Udinese al Benevento e così via. Per la serie: si naviga a vista, ma durante le tempeste può essere anche utile fare così.
Di
Alessandro Latini