Le voci su De Zerbi non si placano. Ma con il tecnico del Sassuolo al posto di Iachini la Fiorentina farebbe davvero un salto di qualità in panchina? Intanto Iachini prova il tutto per tutto
Dodici giornate e questo anomalo campionato 2019-20 sarà terminato per la Fiorentina. Niente coppe per i viola, né nazionali né europee. E una classifica che ancora non è da considerarsi tranquilla con la zona retrocessione più vicina rispetto a quella che potrebbe portare in Europa.
DENTRO O FUORI. In questo tour de force che si aprirà lunedì prossimo, con la gara interna col Brescia, in diversi si giocano tutto. Un periodo, insomma, da dentro o fuori. In primis per Beppe Iachini. Già quando venne preso a dicembre scorso, i mormorii si sprecavano sul futuro da tecnico viola per l’ex calciatore della Fiorentina.
PHISIQUE DU ROLE. Figura ideale quella di Iachini per la missione immediata, ovvero salvare una Fiorentina che con Montella era precipitata in piena lotta per la salvezza, e per il futuro un nome di spicco. Poteva avere Iachini il così detto phisique du role da tecnico di una società che mira, già dal prossimo anno, a stare nella parte medio alta della classifica? La storia di Iachini, da tecnico, d’altronde non era certo paragonabile a quella dei nomi che già a dicembre scorso circolavano e che la Fiorentina ha sondato. Da Blanc a Spalletti, nomi difficili da prendere a stagione in corso, ma che, si diceva, per il prossimo anno a salvezza acquisita potrebbero tornare di moda.
BILICO. E Commisso stesso lo ha ribadito più volte: “Se la Serie A non fosse ripartita, sicuramente sarebbe rimasto Iachini. Con la ripartenza dovremo valutare”. Ovvio che potesse essere così nelle idee. Dirlo apertamente, invece, non era prevedibile né consueto. Ma Commisso è così. Non usa troppi giri di parole, come su Chiesa. E che Iachini sia in bilico, o meglio sotto osservazione, non era una novità ma nella logica delle cose. E lo è diventato anche ufficialmente. Ha la stima di Rocco, di Pradè e Barone, ma quella clausola che permetterebbe alle parti di separarsi a fine stagione non è mai stata pienamente smentita. E che questo potesse essere l’iter naturale delle cose era previsto e prevedibile da tutte le parti in causa.
ALTERNATIVE. Certo essere giudicati per un finale di stagione così anomalo non è proprio pienamente corretto. Ma questo è il calcio, e varrà per tutti. E per un eventuale post Iachini i nomi tornati in ballo sono diversi. Da Juric, artefice dell’exploit dell’Hellas Verona, a De Zerbi, passando per Bielsa e Spalletti. Nomi dal peso specifico diverso. E che saranno valutati da parte della società viola. Come detto le ambizioni della Fiorentina cambieranno l’anno prossimo. Con o senza via libera allo stadio. Dopo l’anno di transizione che doveva essere questo, con la volontà di gettare le basi per una ripartenza unita alla necessità di fare tutto in pochi giorni come è avvenuto l’estate scorsa, l’anno prossimo sarà l’anno del rilancio. E del salto di qualità. E viene da chiedersi: con De Zerbi o Juric ci sarebbe un vero salto di qualità anche in panchina?
SALTO DI QUALITA’. La Fiorentina valuta. E osserva. Forse anche qualcosa di più come testimoniano i rumors attorno a De Zerbi che parlano di una dirigenza gigliata ben più avanti dei semplici contatti con il tecnico del Sassuolo. Che non può certo garantire un curriculum tanto diverso da quello di Iachini, anche se con un’età diversa, prospettive differenti, e caratteristiche opposte dal punto di vista delle idee offensive e di gioco. Ma messe in pratica in piccole realtà come Foggia in C, Palermo (12 turni prima di essere esonerato), Benevento (ultimo in classifica) e Sassuolo (due campionati a metà classifica). Che non sono Firenze. E che non danno certe garanzie. Al pari di Juric. Diverso il peso che avrebbe Spalletti. Tanto che sono in diversi a pensare che non dare possibilità a Iachini per affidarsi a tecnici come De Zerbi o Juric non avrebbe granché senso. Si tratterebbe, infatti, di un salto nel buio visto che Iachini non ha neanche mai avuto formazioni in grado di poter stare in alto in classifica.
CARTE PER BEPPE. Iachini ha ancora 12 gare a disposizione per far vedere qualcosa di meglio dal punto di vista del gioco. E’ tuttavia vero che l’approccio che ha avuto con la Fiorentina è stato quello per cui era stato preso: fare punti, anche giocando male, per uscire dai bassifondi. Adesso, per quanto i punti servano ancora come il pane, dovrà dare anche l’idea di poter essere il tecnico giusto per una nuova Fiorentina con nuove e accresciute ambizioni. Ha ancora qualche carta da potersi giocare. E Ribery potrebbe dargli una mano. Beppe ci prova, in attesa di sapere quale possa essere il suo futuro.
Di
Gianluca Bigiotti