“Società assente, squadra inconcludente, allenatore indolente. Curva Fiesole… sempre presente… c’avete rotto il c….”, recita un duro striscione apparso stamani al Franchi. Una presa di posizione dei tifosi dopo la figuraccia di Palermo. Per approfondire il tema, LaViola.it ha contattato Federico De Sinopoli, presidente dell’ATF, presente domenica al Barbera.
De Sinopoli, come commenta lo striscione di questa mattina?
“Ci vuole un po’ di pressione, giusto battere ferro quando c’è la necessità. La squadra era ufficialmente in lotta per l’Europa League, in due giorni non abbiamo sentito nessuna reazione da parte della società. Si è scusato Cognigni, ma non era presente a Palermo così come nessun altro della società. A parte Freitas, ma è poco. Non è riconosciuto come ‘capo’ né dai tifosi né dai giocatori. Negli occhi, come sembra abbia fatto ADV, devi guardare i giocatori non il venerdì, ma alle 14.55 della domenica. Dopo un primo tempo così, e a fine gara, i presidenti di Serie A di un certo tipo vanno negli spogliatoi e si fanno sentire. Non andare in Europa per la Fiorentina è una rimessa non solo d’immagine ma anche di soldi, ci doveva essere un diverso seguito a Palermo da parte della dirigenza. Invece al Barbera c’erano solo i tifosi. In tante trasferte non ci sono state la proprietà e la dirigenza, e ci dovevano essere. Le società che vanno meglio sono quelle che fanno non solo investimenti, ma che hanno proprietari vicini: alla Juve Agnelli è sempre con loro, De Laurentiis lo stesso. Galliani era l’uomo del Milan negli anni scorsi. Ci vuole in alcune occasioni l’uomo che ‘fa la piazzata’. Della Valle, ma anche Corvino può avere la forza per fare qualcosa di forte. Ma non c’era nessuno. Rimangono solo i tifosi. E ci sono tanti che non vengono più allo stadio, e sarà difficile recuperarli. Anche in ottica stadio nuovo“.
A Palermo una prestazione indecente, e nel mirino stavolta ci finiscono anche i giocatori…
“In campo vanno loro, se non fanno un tiro in porta, se perdono i contrasti, se si perdono l’uomo, se si fanno buttare fuori, la colpa è loro. Poi chiaro ci sono le scelte del tecnico, ma i valori sono altri. I giocatori della Fiorentina sono migliori del Palermo a prescindere, e non puoi giocare così. Hanno sbagliato completamente la partita, e qualcuno lo deve rimarcare”.
Una contestazione nata già a Palermo, allo stadio e all’aeroporto…
“In aeroporto eravamo lì quando la Fiorentina è scesa dal pullman, sono arrivati i cori a Sousa più urlati che cantati, lui ha accelerato il passo ed è andato via. E cori ai giocatori. C’era il cordone della polizia che si è interposto tra tifosi arrabbiati e giocatori, nessun contatto. Serve tutto per incalzare, la contestazione che va avanti da due mesi e mezzo, al di là della frangia che dice ‘Mandiamo via i Della Valle’ in ogni caso, e quelli che non vengono proprio più allo stadio, è proprio per incalzare. Non si può andare avanti così, i risultati veri non arrivano. Dopo 15 anni è dura non vincere niente“.
Tra un mese potrebbe partire una sorta di rivoluzione, ma i rapporti tra la società e la piazza restano tesi. In quanti credono ad una ripartenza convinta?
“La Fiorentina faccia, indipendentemente dal pubblico. Poi i tifosi valuteranno, tra abbonamenti e critiche. A livello economico la Fiorentina vuole crescere, aumentare il fatturato, non dubito che non vogliano vincere. Ma devono rimettere in moto tutto, magari con investimenti possono fare una squadra migliore. Se non vai in Europa è più facile fare una sorta di ripulisti, inizi il 20 agosto, puoi fare meglio la squadra. Anche se, con pochi soldi in cassa, nel gioco delle parti puoi essere costretto a vendere tardi. Chiaro che se vai in Europa devi fare tutto prima. Io potendo scegliere avrei optato sul non andare in Europa, per fare come dopo Mihajlovic-Rossi, quando arrivarono Montella, Borja, Gonzalo e gli altri, mettere un punto”.
Tanti tifosi sembrano però ‘stanchi’…
“Che il tifoso sia stanco lo dimostra lo scorso anno, quando siamo stati in testa per due mesi e lo stadio non si è mai riempito con il tutto esaurito. La Firenze che conosco io avrebbe comprato i biglietti una settimana prima della partita. Una parte di tifoseria non ci crede più, non viene più allo stadio. I Della Valle lo devono fare per loro stessi, lo abbiamo detto anche a loro. Dopo 15 anni il loro bilancio porta a poco, a livello di trofei. Ora c’è la storia dello stadio, ma è solo su carta. Per arrivare al nuovo stadio, come ci arriviamo? Con quale Fiorentina? Questo è l’anno dei rimorsi, ma quando si vedono partite come domenica… Abbiamo una proprietà forte, dal punto di vista economico e politico. Dovrebbero fare qualcosa di più, ma anche per loro stessi.
Questa è una piazza umorale, difficile e criticona, ma ogni tanto ci vuole un colpo di coda della proprietà. Lo sapevano quando hanno preso la Fiorentina, che Firenze era questa. Magari è anche il motivo per cui non sono arrivati imprenditori fiorentini a comprare la società, conoscevano bene la situazione. È il problema forse di piazze umorali, come anche Roma e Napoli, che storicamente hanno vinto poco.
Lo striscione serve per ribadire che comunque il tifoso sta sul pezzo tutta la settimana, non si va da domenica a Palermo a domenica a Reggio Emilia. La gente ci sta male per una settimana. Tanti tifosi hanno già lasciato per quest’anno, altri fanno come si faceva al militare: contano i giorni che mancano alla fine della stagione“
Di
Marco Pecorini