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De Rossi-Pradè, ritorno al passato: per la Fiorentina fu un’idea del 2020

L’attuale allenatore della Roma fu a un passo dalla panchina viola nel 2020 quando Pradè lo aveva scelto. Ma Commisso scelse un’altra strada

Italiano si sta giocando il futuro, che sia alla Fiorentina o che sia in uno dei club che lo stanno monitorando (come il Napoli). La qualificazione – almeno – alla prossima Europa League, col piazzamento in campionato o con la vittoria della Conference, è un obiettivo prioritario per convincere il club a puntare ancora su di lui e questo al di là della clausola. Se così non dovesse accadere, ogni scenario a quel punto sarebbe possibile. E De Rossi sarebbe in pole per colmare il vuoto sulla panchina. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

Pradè del resto non ha mai nascosto l’ammirazione per lui e già quattro anni fa aveva fiutato l’affare provando a portarlo a Firenze per anticipare la concorrenza. L’idea giusta al momento sbagliato. Commisso etichettò la notizia come “fake news” per confermare Iachini sulla panchina viola.

Ma certi amori non finisco, fanno dei giri immensi e poi ritornano (citazione che ad Antonello venditti, romanista e “derossiano” non farà piacere). E allora Pradè e Burdisso sono pronti a cogliere l’occasione se dovesse presentarsi. E stavolta con il possibile placet del presidente che, tra parentesi, ha apprezzato anche la presenza di De Rossi alla camera ardente del suo amico Joe.

MANIACALE

De Rossi intanto è focalizzato su questo finale di stagione con il suo club. «La Roma è una cosa che ti porti dietro, ai giocatori dico che nella mia squadra non deve mancare mai il coraggio. I tifosi sono il motore che ci muove, ogni giorno. Come per il Boca che ha lo slogan “il Boca es grande por su gente”, così credo sia per la Roma».

Parole di un romanista, arricchite dalla voglia di dare il massimo da allenatore. «Trigoria è migliorata tantissimo abbiamo tutto quello che ci serve, è un centro sportivo all’avanguardia. E questo grazie all’impegno della Proprietà, all’attenzione e agli investimenti della famiglia Friedkin per questo club», ha dichiarato durante il Business Club andato in scena ieri a Trigoria.

«L’allenatore deve essere maniacale. Ho sempre saputo di fare questo mestiere, ma ho cominciato a dirlo alle persone a me vicine negli ultimi 5-6 anni della mia carriera. E poi non è semplice fare questo mestiere: un conto è essere un giocatore intelligente tatticamente, come lo ero io, un conto è trasferire quei concetti da allenatore ad altri calciatori, cercando di coinvolgerli». Ci sta riuscendo, ed è uno dei motivi per cui piace tanto alla viola.

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