L’attuale tecnico della Roma, tre anni fa, è stato molto vicino a Firenze: per lui era pronto a garantire Daniele Pradè
Questa è la storia di un matrimonio mancato per un soffio e di una reazione a catena che ha rischiato di sfasciare una famiglia che si era appena formata. Una storia che, se fosse andata in un altro modo, domani sera avrebbe visto Daniele De Rossi sulla panchina della Fiorentina. Era questa infatti l’idea di Daniele Pradè e per rimettere insieme quella vicenda bisogna tornare indietro di tre anni e mezzo. Scrive il Corriere Fiorentino.
Era l’estate del 2020 e i viola, impegnati nel finale di campionato di quella maledetta stagione condizionata dal lungo stop causa Covid, erano alla ricerca di un allenatore sul quale poter costruire un progetto (ambizioso) a lunga scadenza.
Nomi, ipotesi, suggestioni poi, all’improvviso, l’idea: Daniele De Rossi
Fresco di ritiro, ancora senza patentino eppure, soprattutto secondo Daniele Pradè, profilo ideale per costruire davvero qualcosa di bello e ambizioso. Del resto, il ds, era stato colui che aveva portato a Firenze Vincenzo Montella. Un altro che si era ritirato da poco anche se, rispetto a Capitan Futuro, poteva già contare sulla breve esperienza a Roma e su quella, più che positiva, di Catania.
De Rossi no. De Rossi sarebbe stato alla prima esperienza in assoluto e, nonostante le solite smentite della Fiorentina, fu a meno di un passo dalla panchina della Fiorentina. Non a caso fu lui stesso, un paio di mesi più tardi, a confermare tutto: «Ci sarei andato di corsa anche se avrei dovuto prima prendere il patentino ma iniziare da una piazza bella carica come quella di Firenze mi sarebbe piaciuto tantissimo». Con buona pace di chi, Rocco Commisso, a caldo parlò di «fake news e notizie inventate».
Ma cosa accadde davvero? Come mai, Daniele De Rossi fu abbandonato proprio sull’altare?
La risposta, seppure per certi versi incredibile, è molto semplice: fu il presidente stesso a far saltare dopo aver appreso la notizia dai media (in particolare da Sky) invece che dai suoi dirigenti.
Uno «sgarbo» difficile da accettare, tanto che in quelle settimane Pradè fu a tanto così dal licenziamento. Se oggi il ds non ha tanta libertà d’azione insomma, dipende (anche) da quella vicenda. Certo, col senno di poi quell’idea non era così sbagliata ma che l’attuale direttore sportivo abbia fiuto con gli allenatori (è stato lui a suggerire Italiano) si sa.

Di
Redazione LaViola.it