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De Gea, coi piedi dati simili a Terracciano. Ma il cambiamento non era più rimandabile

I dati nel gioco coi piedi degli ultimi tre campionati di Terracciano messi a confronto con quelli del neo portiere viola De Gea

La tournée in Inghilterra è stata decisiva in negativo per i portieri della Fiorentina. Se già Palladino nutriva dei dubbi sulla coppia Terracciano/Christensen, soprattutto per la sua insistita richiesta ai portieri di impostare il gioco coi piedi, gli errori messi in serie dall’uno e dall’altro nelle gare con Preston, Bolton e Hull City hanno aumentato lo scetticismo del neo tecnico gigliato sui due estremi difensori viola. La sciagurata uscita di Christensen col Grosseto, unita a vari errori in appoggio del danese, hanno fatto il resto. Non è un caso se proprio dopo la partita coi maremmani sia arrivata l’accelerata su De Gea.

L’ex Manchester United, dunque, sarà il nuovo numero uno della Fiorentina. Che sia fermo da un anno è ormai cosa nota, ma con le garanzie sullo stato fisico avute dal club viola e la quadra economica che è stata trovata tra le parti (1 milione netto al primo anno, 2 nel caso scatti l’opzione per il secondo) l’affare è andato ‘a dama’.

Uno tra Terracciano e Christensen adesso partirà, o forse tutti e due con promozione di Martinelli. Se per quanto riguarda il danese sono più le gare insufficienti di quelle in cui ha guadagnato la sufficienza (ad esempio le due di Coppa Italia con Parma e Bologna e poco altro), nel caso di Terracciano la stagione scorsa è stata senza dubbio la sua migliore da quando è arrivato a Firenze, e forse la migliore in assoluto della carriera. Diversi i punti portati alla causa viola (ad esempio a Udine o col Verona), ma col diffuso pensiero che per fare un salto di qualità servisse qualcosa di meglio. Sarà De Gea a far fare quel salto? Sulla carta, non c’è paragone. Basti pensare che nel 2018 il suo valore di mercato era di 70 milioni, mentre Terracciano è arrivato al massimo a 2,5 milioni (adesso, tra l’altro). Inutile mettere a confronto i palmares, col campano che è fermo a zero titoli mentre De Gea ha vinto praticamente tutto.

COI PIEDI. Tra i motivi principali della svolta tra i pali, come detto, c’è la necessità di Palladino di poter contare su un portiere che sappia disimpegnarsi coi piedi, sia sul corto che sul lungo. Per quanto Terracciano grazie a questo aspetto abbia avuto negli anni la meglio su svariati concorrenti come Dragowski o Christensen, Palladino è apparso da subito intenzionato ad avere qualcosa di meglio. Se si guardano i dati, prendendo in considerazione gli ultimi tre anni di Terracciano e gli ultimi tre di De Gea (quindi 2020/21 – 2021/22 – 2022/23 nel caso dello spagnolo), la percentuale di errori sui passaggi lunghi e corti dice questo:

Passaggi lunghi Terracciano: 22% di errori / 26,5% di errori/ 22,3% di errori;

Passaggi lunghi De Gea: 30% di errori / 31,1% di errori / 25,2% di errori;

Passaggi corti Terracciano: 0,8% di errori / 1,7% di errori / 1,7% di errori;

Passaggi corti De Gea: 2,3% di errori / 2,8% di errori / 2,2% di errori.

Trattasi solamente di numeri, ovviamente da contestualizzare. Il coefficiente di difficoltà per un portiere nel gioco di Palladino è decisamente più alto. Di Gregorio l’anno scorso chiuse con l’1,3% di errori sui corti e il 58% di errori sui lunghi, proprio perché il portiere di Palladino rilancia lungo solo se non c’è modo di impostare dal basso, trovando una squadra che davanti non è predisposta/posizionata per tale gioco. A meno che non si metta in campo un centravanti di stazza, come ha fatto il Monza a gennaio scorso con Djuric, col gioco dei brianzoli che ha avuto più varianti. Non va dimenticato, inoltre, il modo di giocare della Fiorentina di Italiano, spesso orientata a tenere il pallone anche col portiere ma in maniera sterile, ricevendo poca pressione con squadre che si chiudevano e agivano in contropiede (tattica che hanno usato quasi tutti gli avversari contro i viola).

MENTALITA’. Molta differenza in questo modo di giocare (e ripartire) la farà la personalità/mentalità, ovvero il senso di fiducia e tranquillità che si trasmette a tutto un reparto chiamato a fare cose molto rischiose e pericolose. Non c’è dubbio che De Gea ne abbia, altrimenti non si difendono i pali dello United e della Spagna per anni. Nel caso di Terracciano, questo aspetto è sostanzialmente svanito dopo le parole di Palladino che aveva espressamente dichiarato di volere un altro portiere. Tanto che, in ogni uscita, Terracciano è apparso sempre poco tranquillo e ‘condizionato’ dal sapere di non poter sbagliare niente. E iniziare la stagione con un portiere (che comunque è stato tra i migliori calciatori dello scorso triennio della Fiorentina) su cui l’allenatore ha evidenziato pubblicamente dei dubbi non sarebbe stato proprio il massimo. Quindi arriva De Gea, in attesa di Martinelli, altro su cui la Fiorentina non ha dubbi: arriverà.

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