Silenzi profondi e applausi improvvisi, scrive La Nazione, diecimila persone fuse in un unico corpo senza suoni e poi scosse dall’emozione, piazza Santa Croce al centro di Firenze e del calcio intero che ieri si è ritrovato insieme ai tifosi viola per salutare Astori: Davide avrà apprezzato il contrasto dei colori, si definiva del resto un «designer di fama mondiale che nel tempo libero faceva il calciatore» e i compagni scherzavano con lui. Intransigente, dolcissimo Astori. Una mattinata sospesa nell’orgoglio e nel dolore, nella quiete accesa senza steccati né rancori, inimicizie, perché Davide era un guerriero leale. Univa nel rispetto, non divideva nell’odio.
La messa è durata un’ora e mezzo, poi la bara è stata esposta sul sagrato. Dalla piazza si è alzato l’inno della Fiorentina, «garrisca al vento il labaro viola». E poi, in mezzo ai fumogeni: «Un capitano, c’è solo un capitano». Diego e Andrea Della Valle sono stati accolti, come gli altri, con un lungo applauso e DDV, rivolgendosi ai tifosi, si è battuto la mano aperta sul cuore. Un gesto simbolico che può significare molto, dopo mesi di tensione con una parte di Firenze e lontananza dallo stadio.
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Redazione LaViola.it